Nobile del Lomacensis, Gerardo, ancora giovanissimo, era stato preso da un grande ideale religioso. Dopo un’iniziazione alla vita monastica a Saint-Denis, presso Parigi, aveva fondato nelle proprie terre un’abbazia benedettina. Uomo virtuoso e monaco esemplare, conosciutissimo dalle famiglie potenti delle regioni vicine al suo monastero, attirò prestissimo l’attenzione dei principi, specialmente di Gisleberto di Lotaringia e di Arnaldo di Fiandra che lo chiamarono per risollevare i loro monasteri decaduti. Apostolo infaticabile, Gerardo percorse per venticinque anni la Lotaringia e la Fiandra riformando una dozzina di abbazie. Morí a Brogne nel 959. Il culto a Gerardo risale al 1131 e Brogne, oggi Saint-Gérard, divenne rapidamente un luogo di pellegrinaggio. La festa del santo è celebrata nelle diocesi di Namur, Gand e Liegi. Reliquie, considerate come autentiche, si conservano a Saint-Gérard (casa parrocchiale e convento dei Padri Assunzionisti), a Maredsous (abbazia), Aubange (casa parrocchiale) e Gand (chiesa di Notre-Dame).
Etimologia: Gerardo = valoroso con la lancia, dal tedesco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: Nel territorio di Namur, nell’odierno Belgio, san Gerardo, primo abate del monastero di Brogne da lui fondato, che si adoperò per il rinnovamento della disciplina monastica nelle Fiandre e nella Lotaringia e riportò molti cenobi alla originaria osservanza della regola.
Diverse fonti ci informano sulla sua vita ed attività. Prima di tutto la Vita Gerardi, la cui versione attualmente conosciuta, come ha recentemente dimostrato il canonico J. M. De Smet non è stata redatta, come s’è fin qui pensato, allo scopo di correggere i difetti di un testo anteriore; essa non è che una “opera d’edificazione e di polemica, spesso fantastica e talvolta francamente fraudolenta, redatta nel 1074-75; non ci insegna niente di valido su Gerardo.
Il nucleo su cui si è basato l’autore della Vita Gerardi è costituito dalla Translatio S. Eugenli, redatta probabilmente nel sec. X, forse tra il 935 e il 937. L’Inventio S. Gisleni, scritta da un monaco che assistette all’incendio del monastero di Saint-Ghislain nel 936 e fu testimonio di molti miracoli e i Miracula Ranieri S. Gisleni, redatti verso la metà dell’XI sec. da un altro monaco di Saint-Ghislain, ci informano sull’opera riformatrice di Gerardo nel monastero stesso. L’Historia monasterii Mosomensis, composta verso il 1033 da un monaco di Mouzon, e un atto ricopiato nel Libertraditionum di Saint-Pierre di Gand testimoniano dell’attività del santo rispettivamente a Saint-Rémy e nel contado di Fiandra.
Nobile del Lomacensis, Gerardo, ancora giovanissimo, era stato preso da un grande ideale religioso. Dopo un’iniziazione alla vita monastica a Saint-Denis, presso Parigi, aveva fondato nelle proprie terre un’abbazia benedettina. Uomo virtuoso e monaco esemplare, conosciutissimo dalle famiglie potenti delle regioni vicine al suo monastero, attirò prestissimo l’attenzione dei principi, specialmente di Gisleberto di Lotaringia e di Arnaldo di Fiandra che lo chiamarono per risollevare i loro monasteri decaduti. Apostolo infaticabile, Gerardo percorse per venticinque anni la Lotaringia e la Fiandra, restaurando e riformando una dozzina di abbazie. Morí a Brogne il 3 ottobre 959.
Il millenario della morte del santo fu occasione di un congresso storico che tenne la sue assise a Maredsous nell’ottobre 1959, e a grandi manifestazioni religiose a Saint-Gérard (prov. di Namur), sede dell’antica abbazia fondata dal riformatore. Il culto a s. Gerardo risale al 1131 e Brogne, oggi Saint-Gérard, divenne rapidamente un luogo di pellegrinaggio. La festa del santo è celebrata nelle diocesi di Namur, Gand e Liegi al 3 ottobre, data nella quale è inserito nel Martirologio Romano. Reliquie, consi derate come autentiche, si conservano a Saint-Gérard (casa parrocchiale e convento dei Padri Assunzionisti), a Maredsous (abbazia), Aubange (casa parrocchiale) e Gand (chiesa di Notre-Dame).