La Chiesa difende i valori fondamentali, senza dimenticare l’umanità ferita: questo, in sintesi, il cuore dell’omelia di Papa Francesco per la Messa inaugurale del XIV Sinodo generale ordinario sulla famiglia, celebrata nella Basilica Vaticana, insieme con numerosi Padri Sinodali.
Il Papa ha ribadito l’indissolubilità del vincolo coniugale, esortando al contempo la Chiesa ad accogliere con misericordia le coppie ferite.
Nel mondo globalizzato, i cuori sono sempre più vuoti
Il dramma della solitudine, l’amore tra uomo e donna, la famiglia: sono i tre assi portanti dell’omelia del Papa. Nel “paradosso di un mondo globalizzato”, dice, ci sono tante abitazioni lussuose, ma sempre meno il calore della casa e della famiglia; tanto divertimento, ma sempre più vuoto nel cuore; tanti piaceri, ma poco amore; tanta libertà, ma poca autonomia. Ecco, allora, che la solitudine colpisce gli anziani, i vedovi, i coniugi abbandonati, le persone incomprese ed inascoltate, quelle chiuse nell’egoismo, nella violenza, dello schiavismo del ‘dio denaro’; i migranti ed i profughi in fuga da guerre e persecuzioni, i giovani vittime della cultura del consumismo e dello scarto. E la famiglia, sottolinea il Pontefice, è l’icona di questa realtà in cui c’è “sempre meno serietà nel portare avanti un rapporto solido e fecondo di amore”:
Dio ha creato l’uomo per la felicità e l’amore
“L’amore duraturo, fedele, coscienzioso, stabile, fertile è sempre più deriso e guardato come se fosse roba dell’antichità. Sembrerebbe che le società più avanzate siano proprio quelle che hanno la percentuale più bassa di natalità e la percentuale più alta di aborto, di divorzio, di suicidi e di inquinamento ambientale e sociale”.
Al contrario – spiega il Pontefice – è proprio l’amore tra uomo e donna a cancellare la solitudine, perché Dio ha creato l’essere umano “per la felicità”, “per vivere la stupenda esperienza dell’amore, cioè amare ed essere amato”, “per vedere il suo amore fecondo nei figli”:
“Nulla rende felice il cuore dell’uomo come un cuore che gli assomiglia, che gli corrisponde, che lo ama e che lo toglie dalla solitudine e dal sentirsi solo (…) Ecco il sogno di Dio per la sua creatura diletta: vederla realizzata nell’unione di amore tra uomo e donna; felice nel cammino comune, feconda nella donazione reciproca”.
Obiettivo della vita coniugale è amarsi per sempre
“Di fronte alla folla che lo seguiva e che praticava il divorzio come realtà consolidata e intangibile” continua il Papa, Gesù insegna che “Dio benedice l’amore umano” e unisce “nell’indissolubilità” i cuori di “un uomo ed una donna che si amano”:
“Ciò significa che l’obiettivo della vita coniugale non è solamente vivere insieme per sempre, ma amarsi per sempre!”
Matrimonio non è utopia adolescenziale. L’uomo sogna amore autentico
Solo alla luce dell’amore insegnato da Gesù, quell’amore folle di gratuità, appare comprensibile anche “la follia della gratuità di un amore coniugale unico e fino alla morte”, che supera individualismo, gretto egoismo e legalismo, perché in fondo gli uomini hanno “sete di infinito”:
“Per Dio il matrimonio non è utopia adolescenziale, ma un sogno senza il quale la sua creatura sarà destinata alla solitudine! (…) Paradossalmente anche l’uomo di oggi – che spesso ridicolizza questo disegno – rimane attirato e affascinato da ogni amore autentico, da ogni amore solido, da ogni amore fecondo, da ogni amore fedele e perpetuo. Lo vediamo andare dietro agli amori temporanei ma sogna l’amore autentico; corre dietro ai piaceri carnali ma desidera la donazione totale”.
Difendere indissolubilità matrimonio, accogliere con misericordia coppie ferite
In questo “contesto sociale e matrimoniale assai difficile”, dunque, il Papa ricorda che la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione “nella fedeltà, nella verità e nella carità”.
“Vivere la sua missione nella fedeltà al suo Maestro (…) per difendere la sacralità della vita, di ogni vita; per difendere l’unità e l’indissolubilità del vincolo coniugale come segno della grazia di Dio e della capacità dell’uomo di amare seriamente. Vivere la sua missione nella verità che non si muta secondo le mode passeggere o le opinioni dominanti, che protegge l’uomo e l’umanità dalle tentazioni dell’autoreferenzialità e dal trasformare l’amore fecondo in egoismo sterile, l’unione fedele in legami temporanei. (…) E la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella carità che non punta il dito per giudicare gli altri, ma – fedele alla sua natura di madre – si sente in dovere di cercare e curare le coppie ferite con l’olio dell’accoglienza e della misericordia”.
Chiesa ospedale da campo: porte aperte per chi bussa e chiede aiuto
La Chiesa deve essere “ospedale da campo” – dice ancora il Papa – avere le porte aperte ad accogliere chiunque bussa chiedendo aiuto e sostegno; deve “uscire dal proprio recinto” per “camminare con l’umanità ferita, per includerla e condurla alla sorgente di salvezza”:
“Una Chiesa che insegna e difende i valori fondamentali (…) Una Chiesa che educa all’amore autentico, capace di togliere dalla solitudine, senza dimenticare la sua missione di buon samaritano dell’umanità ferita”.
Chi sbaglia va compreso ed amato. Chiesa sia ponte e non barriera
“L’errore ed il male devono essere sempre condannati e combattuti; ma l’uomo che cade o che sbaglia deve essere compreso ed amato”, conclude il Pontefice, citando San Giovanni Paolo II. La Chiesa, allora, deve cercare, accogliere ed accompagnare “l’uomo del nostro tempo” per non tradire se stessa e la sua missione di essere ponte, e non barriera. Infine, il Papa affida i lavori del Sinodo all’intercessione della Vergine Maria e di San Giuseppe.
Il servizio è di Isabella Piro per la Radio Vaticana