“Una sera, mentre mi trovavo con il gruppo dei miei amici, c’era una ragazza che non conoscevo. Mi affascinò, e chiesi informazioni su di lei. Quando seppi che andava a messa la cosa mi disorientò”. Gabi Martinez, spagnolo, 52 anni, racconta così l’incontro che segnò la svolta della sua vita: un incontro dall’impatto destabilizzante, considerato che, tra i passatempi preferiti di tutto il gruppetto vi era quello di andare in giro la notte a scrivere sulle porte delle chiese “la religione è l’oppio dei popoli”.
E lui era profondamente convinto a riguardo: militante tra i gruppi più estremi della sinistra spagnola, aveva respirato teorie marxiste fin dalla più tenera età: “Mio padre non voleva neppure che studiassi in una scuola cattolica. Era comunista, il suo idolo era Santiago Carrillo e fu uno dei cofondatori delle Commissioni Operaie”.
Di ascoltare discorsi riguardanti la fede non si correva il rischio in casa: non si andava a messa e non si parlava di Dio, finché un giorno, per non aver trovato posto in nessuna scuola pubblica, Gabi si ritrovò iscritto in una scuola di Suore Trinitarie.
“Nonostante i miei genitori non si curassero di farmi sapere nulla in fatto di religione, l’anno seguente tutti i bambini cominciarono a prepararsi alla prima comunione, e io decisi che non sarei rimasto lì dentro senza farla anche io”, racconta Martinez.
Qualche anno dopo, un altro episodio ‘fortuito’ lo portò alla preparazione della Cresima: fu grazie ad un colpo al pallone andato storto e finito contro la porta di una casetta; il sacerdote che ne uscì, lo invitò ad entrare in una sala dove vi erano una trentina di ragazzini ai quali, in quel momento, stava parlando di Dio; per continuare a partecipare agli incontri Gabi avrebbe dovuto procurarsi una Bibbia: riuscì incredibilmente a trovarla tra i testi di Lenin, Marx e altri filosofi contenuti nell’immensa biblioteca del padre. Sono ancora freschi i ricordi di quel tempo: “Quell’ora e mezza che trascorrevamo con quel sacerdote lì era molto bella. Mi piaceva anche il solo fatto di poter leggere la Bibbia con quelle sue pagine finissime”.
Qualche tempo dopo il ragazzo poté fare la cresima, ma subito dopo arrivò il cambiamento, l’allontanamento dalla fede e le nuove amicizie, tutte militanti nella sinistra radicale: “A quel tempo fui il leader di uno sciopero studentesco, facevo parte della Gioventù Maoista. La domenica sera andavo per le strade di Torrent e nei paesi intorno a vendere il nostro giornale, La Estrella Roja… organizzavamo riunioni per acquisire nuovi militanti, facevamo manifestazioni, ci scontravamo con gli antisommossa. Avevamo legami con l’ETA e altri gruppi estremisti”.
Ripercorrendo quegli anni turbolenti Gabi racconta di come tutta la vita si andava sempre più impantanando in linea con lo sfondo culturale dell’ideologia da lui abbracciata. Dai rapporti con lesbiche, omosessuali e tossicodipendenti all’utilizzo di hashish e anfetamina.
“Credo che Dio mi abbia liberato dal praticare l’omosessualità – prosegue Martinez – anche se nel mondo in cui mi trovavo la sua pratica non era vista male. Credevamo nel sesso libero, per cui uno poteva condividere la propria moglie con un altro amico senza nessun problema”. Inoltre, “venendo da una famiglia umile, quando avevo bisogno di qualcosa rubavo, e presto divenni un esperto di rapine nei supermercati e nei grandi magazzini”.
La sera dell’incontro con quella ‘strana ragazza’ di nome Angela, che oggi è sua moglie, Gabi era convinto che chi avesse fede fosse come un “drogato al quale hanno lavato il cervello”, che ha bisogno della fede come una droga per sopravvivere e dimenticare la realtà.
I tre anni di fidanzamento che seguirono furono molto duri. Lei lavorava in un negozio di abbigliamento fino a tarda sera, inoltre la sua assiduità nel frequentare la messa il sabato sera era fonte di dissidio costante; ma la sua semplicità nell’affrontare la vita suscitava tante lotte interiori e altrettanto fascino: “Non leggeva mai una doppia intenzione nelle persone, e nemmeno considerava il male. Io mi dicevo: ‘questa ragazza è veramente di un altro mondo’”.
Con un sorriso Gabi ricorda i comportamenti irritanti della ragazza, la fatica di comprendere: “Una volta mi disse che nel fine settimana non avremmo potuto vederci perché doveva andare a vedere il Papa… Giovanni Paolo II arrivava all’aeroporto e lei voleva stare lì. Mi dava buca per il Papa! Era troppo”.
Dopo la proposta di andare insieme ad ascoltare delle catechesi, la relazione arrivò ai ferri corti e alla rottura ma, passato qualche mese, vi fu il ripensamento e la ricerca di un accordo: i due fidanzati si ritrovarono una sera insieme ad altre tre coppie in un salone della parrocchia della Sagrada Famiglia ad ascoltare un sacerdote che parlava.
“Sentii parlare di un Dio che non era quello che conoscevo – afferma Gabi – di una Chiesa che non era come la stavo immaginando, non era la Chiesa del potere ma una Chiesa madre”. Fu l’inizio della riscoperta della fede, di una nuova possibilità di ricominciare daccapo.
“La mia vita cambiò radicalmente. Nei primi anni molti dei miei amici continuavano a dirmi che mi ero messo l’oppio dentro le vene. Smisi di fumare hashish, mi sposai e cominciai ad essere catechista; pregavamo gli uni per gli altri, ascoltavamo la parola di Dio, la condividevamo, vivevamo l’eucaristia…”.
“Oggi Angela e io abbiamo quattro figli sulla terra e cinque in cielo”.
Redazione Papaboys (Fonte www.zenit.org/Maria Gabriella Filippi)