E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Marco 10,35-45.
Non siamo soldati di un grande generale.
Non siamo sudditi di un grande re.
Non abbiamo un padrone ma un padre.
Siamo grandi perché siamo figli.
Amore mio, parlami dell’amore del padre, dell’amore del figlio, e sarò grande.
E sarò la prima.
Se è amore da tutto.
Prende tutto.
Serve tutto.
Funziona così.
All’incontrario rispetto al mondo.
Perché quando parliamo di cose grandi, parliamo di amore.
E quando parliamo di amore, parliamo di cielo.
E il mondo, e io, ci mettiamo a servire.
Come te amore mio che hai portato il cielo in terra.
Né alla tua destra.
Né alla tua sinistra.
Ma tra le tue braccia.
Altro non voglio.
Altro non so.
Né la prima.
Né la più grande.
Ma unica per te.
Ma piccola per te.
Altro non voglio.
Altro non so.
Di Don Mauro Leonardi