La piccola Gianna della Pennsylvania è affetta da un tumore raro al cervello. Lo scorso settembre all’Incontro mondiale delle famiglie di Philadelphia è stata accarezzata e baciata dal Pontefice e ora il tumore è regredito. I genitori Joey e Kristen non hanno dubbi e gridano al miracolo: «È opera di Dio, ora la nostra bimba sta migliorando»
Un miracolo per opera di papa Francesco? Ne sono convinti i genitori della piccola Gianna, un anno, affetta da un tumore raro al cervello che non può essere operato. I suoi genitori, Joey e Kristen Masciantonio, di Warrington, in Pennsylvania, hanno partecipato lo scorso settembre all’Incontro mondiale delle Famiglie di Philadelphia dove c’era il Pontefice che ha celebrato la Messa conclusiva.
La famiglia Masciantonio si presentò a Independence Hall per attendere il passaggio del Papa che in queste occasioni si ferma a salutare e baciare i bambini che gli vengono portati dagli uomini della sicurezza. Joey e Kristen, come hanno raccontato alla CBS, si aspettavano uno sguardo rapido da parte di Bergoglio.
Alla fine hanno ottenuto molto di più. Perché il Papa si è fermato e Domenico Giani, il comandante della Gendarmeria vaticana e l’uomo ombra che veglia sulla sicurezza del Pontefice, gli ha portato da baciare la piccola Gianna. Un bacio veloce, una carezza e il Papa ha proseguito il suo giro a bordo della papamobile. Un bacio che alla piccola però avrebbe cambiato la vita, secondo quando affermano i genitori. Il tumore, infatti, si sarebbe rimpicciolito come dimostra l’esito della risonanza magnetica effettuata a novembre rispetto a quella eseguita ad agosto dove la massa tumorale nel cervello di Gianna era molto più visibile ed estesa.
«Penso che tutto questo sia opera di Dio e provenga da Lui», ha detto il padre Joey, «e credo che il Papa sia un messaggero di Dio». Anche la mamma Kristen sostiene che la figlioletta abbia compiuto numerosi progressi nelle ultime settimane: «Gianna sta migliorando e sta diventando più forte. Ha iniziato a dare i bacini e a indicare le cose».
Due genitori che tornano a sorridere e a sperare. E sottolineano un altro particolare a loro giudizio provvidenziale: la persona che ha portato Gianna dal Papa, Domenico Giani, ha lo stesso nome dell’altro figlio della coppia che si chiama proprio Dominic.
Gianna è stata chiamata così per Santa Gianna Beretta Molla, morta nel 1962 a soli 39 anni e canonizzata nel 2004 da San Giovanni Paolo II. Alla quarta gravidanza, le diagnosticarono un fibroma all’utero ma lei preferì morire anziché accettare cure che potessero arrecare danno alla figlia. Alla veglia di preghiera di Philadelphia, lo scorso 26 settembre, c’era anche la figlia di Santa Beretta Molla, Emanuela, che ha incontrato il Papa e anche la piccola Gianna Masciantonio. «L’anno scorso», ha commentato il papà Joey, «vivevamo per lei. Ora stiamo cominciando a vivere con lei».
di Antonio Sanfrancesco per Famiglia Cristiana
Le notizie vanno date veritiere, non manipolate.
Un miracolo per essere tale deve essere una guarigione immediata, completa, duratura e scientificamente inspiegabile.
Invece la bambina aveva appena effettuato un altro ciclo di chemioterapia per il rimpicciolimento (non guarigione) del tumore è sicuramente attribuibile alla cura.
Auguriamoci che guarisca del tutto, ma sono passati molti mesi da quando l’hannno portata a Roma e non si hanno aggiornamenti.