Alla luce degli ultimi avvenimenti pubblichiamo in esclusiva l’intervista di un noto personaggio. Nei mesi scorsi è stato attaccato in televisione e dall’ordine dei psicologi, per il fatto di non voler giustificare giuridicamente la teoria del genere. Le sue idee non sono politicamente corrette! Di chi stiamo parlando? Di Giancarlo Cerrelli. E’ nato a Crotone il 29 maggio 1963. Avvocato Cassazionista e canonista. Si è laureato presso l’Università degli Studi di Bologna, nel 1990 ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento delle Discipline Giuridiche ed Economiche, ha ricoperto la carica di Vice Pretore onorario di Crotone dal 1994 al 1997. Da un decennio è componente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Crotone. Fa parte del Consiglio scientifico della rivista Iustitia, edita dalla Giuffrè. Ricopre dal 23 settembre 2011 la carica di Vice Presidente Nazionale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, è altresì, sempre nell’ambito dell’UGCI, Presidente dell’Unione di Crotone e Delegato Regionale per la Calabria. E’ responsabile di Alleanza Cattolica per la provincia di Crotone. E’ Presidente dell’Associazione Scienza &Vita di Crotone. E’ autore di vari articoli pubblicati dalle riviste Iustitia (Giuffrè), Cristianità e Tempi, Sì alla Vita.
Gentilissimo Avvocato Giancarlo Cerrelli, a nome dei lettori e della Redazione dei Papaboys, la ringraziamo per aver accettato l’invito a riflettere con noi sui Valori non negoziabili. La crisi culturale alimentata dal relativismo etico e dal secolarismo aggressivo, ha generato lo sfaldamento della visione antropologia dell’uomo. Quali sono gli effetti che il virus del gender provoca alla struttura sociale dell’umanità? Benedetto XVI nel Messaggio per la giornata Mondiale della Pace del 2013 ha affermato che: “Precondizione della pace è lo smantellamento della dittatura del relativismo….”. Il relativismo, difatti, propizia una struttura liquida della società, in cui non si scorge alcun punto di riferimento etico assoluto, ma tutto è ritenuto soggettivo. Ciò ha comportato negli anni, l’emergere nella società di atteggiamenti sempre più individualistici, che hanno propiziato la pretesa attuale a che i desideri diventino diritti. Questo clima culturale si è sposato bene con l’ideologia del “gender”, che ha mosso i primi passi sin dagli anni 1950, ma che da circa un ventennio ha accelerato la sua marcia sul piano della diffusione, sia in ambito giuridico, che in quelli culturale e sociale. Questa ideologia, infatti, ha come obiettivo quello d’indifferenziare i sessi e rendere la sessualità sempre più “liquida”. Tale ideologia tende a superare la nozione di sesso biologico e sostituirla con quella di genere, che ha la caratteristica di privilegiare la percezione soggettiva del proprio orientamento sessuale. Per giungere all’indifferenziazione sessuale, deve percorrere alcune tappe. Una di queste è l’omosessualizzazione della società, consistente sia nell’uniformazione dei sessi tra loro, che nell’avvicinamento del mondo e della cultura eterosessuale al mondo e alla cultura omosessuale. L’omosessualità, per tale ideologia – avvalendosi della forma giuridica e del potente aiuto della comunicazione massmediatica – deve diventare il motore per l’attuazione dei modelli omosessuali di vita per la costruzione del nuovo dis-ordine sociale e giuridico.
In un suo recente intervento ha affermato: “la legge approvata dalla camera ed ora in attesa al Senato è una legge inutile che non aggiunge alcuna tutela a quelle esistenti ma che crea nuove discriminazioni. La verità è che la legge ha lo scopo di fare da battistrada a provvedimenti più interessanti per le lobby gay come il matrimonio e l’adozione. Ma soprattutto serve a scardinare il diritto di famiglia esistente e di affermare il relativismo assoluto”. Ritiene -alla luce delle sue dichiarazioni-, che in Italia, paese tollerante e civilizzato ci sia davvero necessità di approvare la legge per “garantire” diritti e protezioni al mondo LGTB? Può in sintesi spiegare i principali obiettivi del DDL Scalfarotto? L’emergenza omofobia non esiste. In realtà non ci sono dati scientifici obiettivi che forniscano prova della presenza di un’emergenza omofobica in Italia, cosa di cui, invece, si cerca di convincere gli italiani. Le lobby LGBTIQA stanno attuando una strategia volta a creare – nell’immaginario comune, servendosi anche dei mass-media – “un’emergenza omofobica”, per persuadere gli italiani della necessità di una legge anti-omofobia. La loro strategia, però, non è volta soltanto a questo! Questa è articolata in più assi d’azione. Una di queste è l’azione nelle scuole. E’ stata, infatti, programmata e intrapresa una vera e propria rieducazione, negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, degli insegnanti, dei genitori e degli studenti, affinché riconoscano l’omosessualità come dato normale. Con la scusa della lotta indiscriminata al bullismo omofobico negli istituti scolastici si sta cercando di imporre, in modo artato, la teoria del “gender”, di cui parlavo prima e che mira ad imporre l’accezione ideologica della “teoria della neutralità sessuale”. Il sesso non viene più inteso come un dato originario della natura, cioè biologico, che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensì un ruolo sociale e culturale del quale si decide autonomamente.
La legge anti-omofobia – approvata dalla Camera dei Deputati in prima lettura – ha, in tale prospettiva, una pretesa pedagogica e rieducativa, che mira ad attuare una decostruzione dei pilastri della convivenza sociale, attraverso un mutamento della struttura della nostra società in modo del tutto artificiale, che prevede, tra l’altro, l’abolizione dal nostro ordinamento giuridico dei termini padre, madre, marito e moglie, com’è già avvenuto in Spagna e in Francia e di cui anche in Italia si avvertono i segnali. E’ di queste ore la notizia che gli istituti scolastici di Milano non prevedranno nei moduli di iscrizione degli studenti, i termini padre e madre, ma soltanto il termine genitore, come del resto è già accaduto al liceo classico Mamiani di Roma e in altri istituti scolastici di altre città. Questa legge che non ha alcuna urgenza e gravità sociale è parte integrante di una strategia, che ha come obiettivo finale l’inserimento, in modo articolato, nell’ordinamento giuridico italiano, del matrimonio tra persone omosessuali e l’estensione, a queste, del diritto di adozione di minori. L’approvazione di tale legge è il primo step per giungere a tale fine. E’ opportuno affermare che la legge anti-omofobia è una legge inutile, perché i mezzi di tutela nei confronti degli eventuali abusi subiti dalle persone omosessuali sono già ampiamente previsti dal nostro ordinamento giuridico.
In questi giorni in tutta Europa e anche in Italia si sono svolte numerosissime manifestazioni pacifiche a favore della Vita e della Famiglia. I mezzi di comunicazione, hanno gettato benzina sul fuoco, sottolineando maliziosamente il falso “aspetto omofobo” ai cortei, per accentuare le polemiche. Un giornale molto letto nel nostro paese ha titolato: “Parigi e Lione in piazza contro i gay”. Perché tanto accanimento contro chi liberamente manifesta non contro qualcuno, ma a favore dei Valori costitutivi dell’uomo? Ciò sta avvenendo per i motivi che abbiamo finora detto. Si sta instaurando, in ogni ambito, una sorta di totalitarismo, che non consente il dissenso a chi si oppone a una costruzione artificiale della società. Siamo in presenza di quella che lo storico Jacob Talmon negli anni 50 chiamava democrazia totalitaria. Questa consiste in una filosofia politica che è democratica in apparenza, ma il cui obiettivo è il perseguimento e la realizzazione di uno scopo collettivo assoluto.
Diceva Reagan: “tutti quelli che sono a favore dell’aborto, sono nati”. Assistiamo a dei pronunciamenti sbalorditivi: coloro che sono favorevoli all’aborto, poi si battono per l’affido dei minori. Quelli che manifestano (anche giustamente) per il rispetto degli animali, sono feroci sostenitori della libertà di scelta della donna a procedere all’aborto se non vuole tenere il bambino… La Spagna aveva raggiunto il colmo, quando gli animalisti insieme alle femministe, volevano che il governo varasse una legge specifica per la protezione degli embrioni dei gorilla. Dall’altra parte della strada, sempre le stesse persone, urlavano in nome dei diritti civili di non abrogare la legge sull’aborto… Secondo il suo parere, cosa non funziona in questi meccanismi perversi travestiti di progresso e modernità? L’uomo contemporaneo ha perso di vista il senso della vita. Diceva Dostoevskij: “Se Dio non esiste, tutto è permesso.” L’uomo contemporaneo pensa di poter fare a meno di Dio, ma ciò lo sta portando verso un sempre più accentuato declino, che apre la strada ad un vero e proprio imbarbarimento. La tentazione tecnocratica che fa credere all’uomo contemporaneo di poter manipolare la vita, lo conduce sempre di più ad un minore rispetto di questa e della dignità umana.
In Francia dopo l’approvazione del matrimonio gay, delle adozioni dei minori alle coppie dello stesso sesso, è arrivata anche la legge che proibisce di intervenire per dissuadere la donna di procedere all’aborto. Dalla storia sappiamo che i regimi totalitari per sostenersi, emanavano leggi sulle intenzioni. Ci troviamo a vivere dentro una nuova dittatura? Come ho detto prima ci troviamo in una sorta di “democrazia totalitaria”. Pensiamo di vivere in una democrazia e di essere liberi, in realtà, vi è una battaglia in corso che mira a depotenziare l’ultimo corpo intermedio rimasto in vita che è la famiglia per lasciarci sempre più soli senza alcuna protezione e, dunque, più facilmente controllabili. Siamo di fronte ad un attacco mondiale all’ordine della creazione e, per questo, all’intera umanità. L’obiettivo è distruggere il fondamento della famiglia, per ridurre la crescita della popolazione su questo pianeta. Sono in pochi a essere coscienti che dietro si cela una strategia delle élite di potere, dall’Onu all’Unione Europea, all’alta finanza, per creare un nuovo ordine mondiale. E’ di ieri l’attacco del Comitato Onu per i diritti del Fanciullo alla Santa Sede, con un documento di accusa che, prendendo a pretesto il dramma della pedofilia, intima alla Chiesa cattolica di cambiare la propria dottrina in materia di aborto, contraccezione, omosessualità.
Lo stravolgimento dei valori naturali con quelli derivati dalle ideologie imperanti, entrano come fuoco distruttivo anche negli istituti di formazione statale. I genitori francesi hanno manifestato vivacemente contro la campagna indetta dal ministro della cultura, il quale ha emanato precise istruzioni, affinchè gli alunni vengano “indottrinati” -come avveniva al tempo del nazismo, del comunismo e del fascismo-, sulla parità sessuale a scapito della diversità naturale. Anche in Italia purtroppo avviene la medesima cosa. L’UNAR infatti ha stilato un progetto dal titolo inquietante: “Educare alla diversità a scuola”. Cosa ne pensa di questo processo di “rieducazione” nelle scuole pubbliche? In parte ho già detto. E’, comunque, veramente drammatico che questo progetto avvenga nella piena inconsapevolezza della maggior parte dei genitori. Anche alcuni insegnanti non sono pienamente consapevoli del progetto che si cela dietro alla strategia rieducativa dell’UNAR; a volte gli insegnanti sono utilizzati per l’attuazione di questo trasbordo ideologico, che a loro invece appare innovativo e adeguato ai tempi. Alcuni di essi sono soltanto meri esecutori di direttive ministeriali, o di istituto. La rieducazione che l’UNAR vuole attuare mira a superare i cosiddetti “Stereotipi di genere” che affermano che in natura esistono soltanto due sessi e non un numero imprecisato di generi che poi ognuno “indossa” a suo piacimento, anche passando da uno all’altro se ne ha voglia. Si vogliono riscrivere, pertanto, artificialmente le basi della nostra civiltà.
In precedenza, tra aspre polemiche, l’UNAR aveva emanato un documento intitolato: “Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LGTB”. Leggendo le indicazioni, sembrano prove generali di dittatura contro ogni forma di dissenso. Può spiegare ai lettori la pericolosità giuridica delle “indicazioni ideologiche” in rapporto alla libertà di pensiero e di espressione garantita dalla Costituzione Italiana? Come ho affermato, quello che sta avvenendo è una forma subdola di totalitarismo, chi si oppone è stigmatizzato come omofobo e presto potrebbe patire anche il carcere. Le linee guida dell’UNAR da Lei citate, infatti, si combineranno con la legge anti-omofobia in corso di approvazione. Ci sarà il rischio, a quel punto, di essere incriminati discrezionalmente da un giudice, anche se si manifestasse l’opinione dell’esistenza in natura di maschio e femmina e della necessità che il diritto positivo sia fondato sul diritto naturale e ciò anche se tale opinione fosse esplicitata nell’assoluto rispetto di tutti, senza tradursi in alcuna condotta denigratoria, o comunque intrinsecamente illecita. La proposta di legge costituisce, infatti, la via per l’omologazione autoritaria della morale, facendo del relativismo etico un parametro legislativo incontestabile. Non è in gioco, infatti, soltanto la libertà di esprimere giudizi critici sulle pratiche omosessuali, bensì, più radicalmente, la libertà di manifestare il proprio pensiero contro la dittatura del relativismo, che vorrebbe l’equiparazione indistinta di tutte le pratiche sessuali, oggi dell’omosessualità, domani delle pratiche sadistiche e masochistiche e, infine, forse, della bestialità e di altre pratiche oggi ancora ritenute inaccettabili.
Se continuiamo nella direzione voluta dalle lobby, quale sarà il futuro della famiglia e dei bambini? Per secoli la famiglia è stata protetta dal consenso unanime che la circondava, come tipica «istituzione forte»: unica, indispensabile e sacra. I sociologi spiegano che se ci sono diversi modelli in concorrenza di “istituzioni forti”, le “strutture di plausibilità” che le sostengono nella società vengono meno. Se anziché un modello di famiglia ce ne sono due, se accanto alla famiglia formata da un uomo e da una donna si riconosce la “famiglia” omosessuale, quel carattere unico della famiglia che ne faceva una “istituzione forte” è eroso. E se si riconoscono due modelli di famiglia perché non tre, quattro, cinquanta? Alcuni musulmani tornano a chiedere il riconoscimento della poligamia, altri la poliandria (una donna sposata con più uomini) o il «poliamore» in generale.
Gentilissimo Giancarlo, la ringraziamo per il tempo che ha voluto dedicarci. Per concludere, vuole lanciare un ulteriore appello a sostegno della Vita e della Famiglia? Vorrei dire a quei cattolici e a quegli amici della famiglia tentati dallo scoraggiamento e convinti di combattere una battaglia moralmente necessaria ma di retroguardia, che nulla è perduto, di non scoraggiarsi! E’ necessario, primariamente, essere consapevoli che ci troviamo in mezzo ad una battaglia culturale che vuol mutare le basi della nostra civiltà ed è fondamentale, pertanto, mantenere la propria posizione. Non si deve cedere al disimpegno! E’ auspicabile fare rete tra persone di buona volontà, tra associazioni, gruppi e movimenti che hanno a cuore la difesa della famiglia e della vita. Non bisogna, soprattutto, cedere a quella che Papa Francesco definisce «mondanità spirituale» che si ha quando si perde la fiducia in Dio e si seguono le vie e il consenso del mondo. Non ci si deve neppure, peraltro, abbandonare a quella disperazione storica che, come non si stanca di spiegarci il Pontefice, viene molto spesso dal diavolo. Coraggio!!!
a cura di don Salvatore Lazzara
Doveroso evidenziare che cerrelli ha più volte evidenziato l omosessualità come malattia e ne ha promosse le terapie per curarla. mi viene da chiedere in che modo indicare milioni di altre persone, anche minorenni, come deviati mentali da curare in quanto omosessuali, non sia un offesa e una denigrazione. creare un convegno in cui parteciperà una persona del genere, al fine di sminuire e fare terrorismo psicologico sulla legge anti omofobia. 3ps: Sirassicurarino tutti quelli che stanno cedendo al terrorismo psicologico di cerelli: la legge anti omofobia altro non è che la legge mancino (e niente della stessa è stato cambiato a parte l introduzione/attenuante dell emendamento gitti, che è tutt altro che liberticida ma casomai rischia di provocare un effetto contrario). se qualcuno vi dice che la legge mancino può mettere in prigione qualcuno per aver detto “sono contro il matrimonio/adozioni gay”, sappiate che, in sintesi, sta dicendo che la legge mancino può mettere in prigione chiunque affermi “io sono contro lo ius soli”. impossibile, no? ma non finisce qui. chi afferma una cosa del genere, lascia intendere che la legge mancino POSSA sovrastare la legge costituzionale (nello specifico l art 21 della libertà di opinione), LIBERAMENTE. non so quale avvocato di bassa lega potrebbe pronunciare una blasfemia giuridica di tale livello. anzi, lo so: cerrelli. purtroppo per lui , se la legge mancino scavalcasse l art 21 della costituzione ,DI FATTO VIOLANDOLO, la legge sarebbe incostituzionale e non potrebbe essere applicata in nessun modo, anzi, verrebbe abolita. ma come ben sappiamo, la legge mancino non è incostituzionale. non lo è mai stata. eppure “qualcuno” pretende di farla passare per tale solo quando si parla di omosessuali. affermare poi che un giudice può mandare in prigione chicchessia perchè può definire come “omofobia” quello che gli pare a seconda di come gli girano quel giorno, è falso: vorrebbe dire che un giudice può emettere sentenze incostituzionali comodamente, senza ripercussioni, quando gli pare e piace e a seconda del suo umore giornaliero. è chiaro che non è così. se , infatti, esporre una propria contrarietà ai matrimoni e adozioni gay rientra a pieno nell art 21 della costituzione, un giudice NON PUò scindere da questo articolo e decidere da sè che quell affermazione non è più un opinione “perchè per lui è omofoba”. verrebbe da chiedersi che giudice sia. del resto la legge mancino non può essere usata per ridefinire l art 21 della costituzione. la legge mancino contiene nel suo testo dei limiti precisi al fine di non violare tale articolo. e a parte questo, la legge mancino punisce in primis L ISTIGAZIONE alla violenza, alla discriminazione e all odio , oltre che violenze/offese/denigrazioni. oltre che generare un aggravante per i reati commessi IN RAGIONE di tale odio. ecco, preme evidenziare questa parte: IN RAGIONE DI TALE ODIO. a tal proposito, vi voglio rassicurare su una cosa: se picchiano un etero e picchiano un gay, non è vero che è più grave il secondo caso. se picchiano un etero IN RAGIONE DEL SUO ESSERE NERO, IN RAGIONE DELLA SUA RELIGIONE, IN RAGIONE DEL CREDERE CHE SIA GAY, allora vi è l aggravante della mancino. se picchiano un gay a causa di una rissa in un bar nata da un debito non pagato, la legge mancino NON SUSSISTE in quanto il movente non rientra tra le aggravanti della mancino. spero di esser stato chiaro.