GERUSALEMME – Una ventina di persone si dava da fare a Maria Bambina, casa d’accoglienza nella Città Vecchia di Gerusalemme. Semplice impegno e segnalazio che giunge dalla città Santa. Essere volontari presso i francescani di Terra Santa è ciò che li accomuna. Molte le differenze: nazionalità, età, professione, convinzioni e percorso spirituale, durata del periodo dedicato a questa esperienza di servizio (qualche settimana, tre mesi, fino a vari anni).
In questa serata i volontari aspettavano di accogliere «a casa» alcuni frati francescani, tra i quali Fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa. La cena, preparata con grande cura, ha offerto agli ultimi arrivati l’opportunità d’incontrare, per la prima volta, sia i frati sia gli altri volontari, un’occasione per instaurare legami di amicizia.
I frati hanno ringraziato i volontari che si susseguono in Terra Santa per contribuire concretamente alla missione di san Francesco. Per esempio, Riccardo, ventotto anni, è arrivato a Gerusalemme da più di tre mesi. Ha incontrato i francescani ad Assisi in Italia e, toccato dalla loro spiritualità, ha deciso di proseguire l’avventura al loro fianco. Oggi, è volontario presso la Ong della Custodia (ATS Pro Terra Sancta), occupandosi del fundraising per i progetti dei frati e della comunicazione di ATS.
Seduta accanto a lui, Ada, giornalista originaria di Roma, venuta per aiutare i francescani nella comunicazione audiovisiva e nel servizio informatico. Ogni giorno, produce reportage sui luoghi santi o partecipa alle liturgie. «Questo volontariato mi permette di scoprire in profondità non solo la Terra Santa, ma anche chi la abita e posso raccontarlo agli altri», dichiara questa giovane sui trent’anni che sorride rievocando, con emozione, la partecipazione alla Messa di mezzanotte a Betlemme. Qualche metro più in là, incontriamo Elisa, arrivata in novembre 2012 che i volontari, affettuosamente chiamano «luce della casa» colei che fa da sorella maggiore della famiglia. Elisa, anche lei sui trent’anni, è architetto e dedica il suo tempo alla ristrutturazione delle case cristiane in Città Vecchia a Gerusalemme.
Poi, c’è Marcello, volontario presso la biblioteca della Custodia dove cura l’inventario delle riviste e dei manoscritti antichi. «All’università, il mio professore mi aveva parlato di un progetto a Gerusalemme; io avevo terminato i miei studi e cercavo un lavoro. È stato il momento di tentare l’avventura e non ho rimpianti. Imparo molto, ma ciò che più mi colpisce è l’umanità di questi luoghi. In Europa, i media ci parlano solo del conflitto, del muro e delle divisioni. La Custodia mi offre, quotidianamente, esempi di condivisione, iniziative di pace e dialogo» commenta questo giovane italiano.
Il sapere e le competenze di questi volontari, che hanno la gioia di condividere la loro vita quotidiana a Maria Bambina, sono molteplici. Auguriamo loro di ripartire trasformati da questa esperienza in Terra Santa, come tutti quelli che li hanno preceduti.
Custodia.org