Quando si dice il valore di una vita. Unico, inestimabile. Sia che duri cent’anni, sia che si esaurisca in un breve volgere di tempo. Anni, ore? Minuti. A ricordarci questa verità è, come spesso accade, un bambino. O meglio: una neonata. Lei ha vissuto appena 74 minuti. Ma ha fatto cose grandi: ha donato un rene a un altro bebè.
Si chiamava Hope, Speranza. E già dal nome si capisce la disperazione dei suoi genitori, consapevoli che avrebbe vissuto il tempo di pochi sospiri. I loro. Emma e Andrew Lee, una coppia britannica, hanno raccontato la sua e loro storia al Daily Mirror e alla Bbc. Quando i medici li avevano informati che aspettavano due gemelli, un maschio e una femmina, avevano aggiunto che la bimba era affetta da una fatale anencefalia. Possibilità di sopravvivere: zero. Nondimeno, hanno deciso di portare a termine la gravidanza, scartando l’ipotesi di un aborto selettivo. Così Hope è nata, senza speranza. Ma portatrice di speranza e di vita per un altro esserino come lei.
«È eccezionalmente raro che i bambini tanto piccoli diventino donatori di organi, siamo molto grati a Emma e Andrew per aver preso una decisione coraggiosa e aver offerto una speranza di vita ad altri, mentre loro affrontavano una perdita», ha commentato Sally Jackson, responsabile del coordinamento dei trapianti nel sistema sanitario britannico. Finora il più giovane donatore del Regno Unito era stato Teddy, vissuto nel 2014 per un’ora e venti. Cento minuti, una vita.
di Redazione Papaboys Fonte: Avvenire on line