Papa Francesco invita a soffermarci durante questi giorni che precedono il Natale nei luoghi dello Stupore. ‘Il Dio del Natale è un Dio che scombina le carte’ ha ricordato il Pontefice. Francesco ha ricordato il Signore che rovescia dai troni i potenti ed innalza gli umili. I tre luoghi sono il fratello, la storia e la Chiesa.
I 3 LUOGHI DELLO STUPORE DESCRITTI DA PAPA FRANCESCO
L’altro, il fratello, primo luogo dello stupore Per celebrare in modo proficuo il Natale, siamo chiamati a soffermarci sui “luoghi” dello stupore. E il primo luogo è l’altro, nel quale riconoscere un fratello, perché da quando è accaduto il Natale di Gesù, ogni volto porta impresse le sembianze del Figlio di Dio. Soprattutto quando è il volto del povero, perché da povero Dio è entrato nel mondo e dai poveri, prima di tutto, si è lasciato avvicinare.
La storia, secondo luogo dello stupore Un altro luogo in cui, se guardiamo con fede, proviamo stupore è la storia. Tante volte crediamo di vederla per il verso giusto, e invece rischiamo di leggerla alla rovescia. Succede quando essa ci sembra determinata dall’economia di mercato, regolata dalla finanza e dagli affari, dominata dai potenti di turno. Il Dio del Natale è invece un Dio che “scombina le carte”: come canta Maria nel Magnificat, è il Signore che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote (cfr Lc 1,52-53).
La Chiesa, terzo luogo dello stupore Un terzo luogo dello stupore è la Chiesa: guardarla con lo stupore della fede significa non limitarsi a considerarla soltanto come istituzione religiosa, ma sentirla come una Madre che, pur tra macchie e rughe, lascia trasparire i lineamenti della Sposa amata e purificata da Cristo Signore. Una Chiesa che sa riconoscere i molti segni di amore fedele che Dio continuamente le invia. Una Chiesa per la quale il Signore Gesù non sarà mai un possesso da difendere gelosamente, ma sempre Colui che le viene incontro e che essa sa attendere con fiducia e gioia, dando voce alla speranza del mondo: “Vieni, Signore Gesù!”.
Le parole di Papa Francesco prima della recita dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di questa quarta domenica di Avvento pone in evidenza la figura di Maria. La vediamo quando, subito dopo aver concepito nella fede il Figlio di Dio, affronta il lungo viaggio da Nazaret di Galilea ai monti di Giudea per andare a visitare e aiutare Elisabetta. L’angelo Gabriele le aveva rivelato che la sua anziana parente, che non aveva figli, era al sesto mese di gravidanza (cfr Lc 1,26.36). Per questo la Madonna, che porta in sé un dono e un mistero ancora più grande, va a trovare Elisabetta e rimane da lei tre mesi. Nell’incontro tra le due donne, immaginatevi, una anziana e l’altra giovane, è la giovane, Maria, che per prima saluta. Il Vangelo dice così: «Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta» (Lc 1,40). E, dopo quel saluto, Elisabetta si sente avvolta da grande stupore, non dimenticatevi di questa parole, “stupore”, lo stupore, che risuona nelle sue parole: «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?» (v. 43). Si abbracciano e si bacciano, gioiose, queste donne, una giovane e l’altra anziana ….
Per celebrare in modo proficuo il Natale, siamo chiamati a soffermarci sui “luoghi” dello stupore. Sono tre. E il primo luogo è l’altro, nel quale riconoscere un fratello, perché da quando è accaduto il Natale di Gesù, ogni volto porta impresse le sembianze del Figlio di Dio. Soprattutto quando è il volto del povero, perché da povero Dio è entrato nel mondo e dai poveri, prima di tutto, si è lasciato avvicinare.
Per celebrare il Santo Natale in modo proficuo siamo chiamati a soffermarci nei luoghi dello stupore pic.twitter.com/rj6rmijh4t
— Papaboys (@CiaoKarol) 20 Dicembre 2015
Un altro luogo in cui, se guardiamo con fede, proviamo stupore è la storia. Il secondo. Tante volte crediamo di vederla per il verso giusto, e invece rischiamo di leggerla alla rovescia. Succede, per esempio, quando essa ci sembra determinata dall’economia di mercato, regolata dalla finanza e dagli affari, dominata dai potenti di turno. Il Dio del Natale è invece un Dio che “scombina le carte” (a Lui piace farlo!): come canta Maria nel Magnificat, è il Signore che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote (cfr Lc 1,52-53). Questo è il secondo, quello della storia.
Un terzo luogo dello stupore è la Chiesa: guardarla con lo stupore della fede significa non limitarsi a considerarla soltanto come istituzione religiosa, lo è, ma sentirla come una Madre che, pur tra macchie e rughe (ne abbiamo tante), lascia trasparire i lineamenti della Sposa amata e purificata da Cristo Signore. Una Chiesa che sa riconoscere i molti segni di amore fedele che Dio continuamente le invia. Una Chiesa per la quale il Signore Gesù non sarà mai un possesso da difendere gelosamente, chi fa questo si sbaglia, ma sempre Colui che le viene incontro e che essa sa attendere con fiducia e gioia, dando voce alla speranza del mondo, la Chiesa che dice: “Vieni, Signore Gesù!”. La Chiesa che ha sempre le porte spalancate e ha le braccia aperta … (…)
A Natale Dio ci dona tutto Sé stesso donando il suo Figlio, l’Unico, che è tutta la sua gioia. E solo con il cuore di Maria, l’umile e povera figlia di Sion, diventata Madre del Figlio dell’Altissimo, è possibile esultare e rallegrarsi per il grande dono di Dio e per la sua imprevedibile sorpresa. Ci aiuti Lei a percepire lo stupore – questi tre stupore: l’altro, la storia e la Chiesa – per la nascita di Gesù, il dono dei doni, il regalo immeritato che ci porta la salvezza, ci farà anche a noi sentire questo stupore nell’incontro con Gesù.
I SALUTI DI PAPA FRANCESCO DOPO L’ANGELUS
Cari fratelli e sorelle,
il mio pensiero va in questo momento alle care popolazioni dell’India, colpite recentemente da una grave alluvione. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, che soffrono a causa di tale calamità, e affidiamo le anime dei defunti alla misericordia di Dio. Preghiamo per tutti questi fratelli una Ave Maria alla Madonna (Ave Maria …)
Saluto con affetto tutti voi, cari pellegrini provenienti da vari Paesi per partecipare a questo incontro di preghiera. Oggi il primo saluto è riservato ai bambini di Roma, (ma questi bambini sanno fare rumore …). Sono venuti per la tradizionale benedizione dei “Bambinelli”, organizzata dal Centro Oratori Romani. Cari bambini, senite bene, quando pregherete davanti al vostro presepe, ricordatevi anche di me, come io mi ricordo di voi. Vi ringrazio, e buon Natale! Saluto le famiglie della comunità “Figli in Cielo” e quelle legate, nella speranza e nel dolore, all’Ospedale Bambino Gesù. Cari genitori, vi assicuro la mia vicinanza spirituale e vi incoraggio a continuare il vostro cammino di fede e di fraternità.
Saluto la corale polifonica di Racconigi, il gruppo di preghiera “I ragazzi del Papa” – grazie per il vostro sostegno! – e i fedeli di Parma. Auguro a tutti voi una buona domenica e un Natale di speranza, e pieno di stupore, di quel stupore che ci dà Gesù, di amore e di pace. Non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
di Francesco Rossi per Redazione Papaboys