In una Europa che rischia di perdere il suo spirito umanistico, la Chiesa sia sempre più fondata sulla misericordia di Cristo e mossa dallo Spirito che la rinnova: è questo, in sintesi, quanto ha detto Papa Francesco ai membri della Congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione della loro plenaria. Il saluto al Pontefice è stato rivolto dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto del Dicastero.
La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo
“La misericordia – ha affermato Papa Francesco – costituisce l’architrave che sorregge la vita della Chiesa: la prima verità della Chiesa, infatti, è l’amore di Cristo”. Occorre, dunque, rimettere al centro, durante il Giubileo, le opere di misericordia corporale e spirituale che – ha precisato a braccio – non sono “una devozione” ma “la concretezza di come i cristiani devono portare avanti lo spirito di misericordia”. Anche nella Chiesa sono state dimenticate – ha detto – e dobbiamo riprendere a insegnarle:
“E quando, alla sera della vita, ci sarà chiesto se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete, ugualmente ci sarà domandato se avremo aiutato le persone a uscire dal dubbio, se ci saremo impegnati ad accogliere i peccatori, ammonendoli o correggendoli, se saremo stati capaci di combattere l’ignoranza, soprattutto quella riguardante la fede cristiana e la vita buona”.
La fede non è solo conoscenza, ma verità da vivere
“La misericordia effettiva di Dio – ha sottolineato il Papa – è diventata, in Gesù, misericordia affettiva, essendosi Egli fatto uomo per la salvezza degli uomini”. Il compito affidato al Dicastero per la Dottrina della Fede, “trova qui il suo ultimo fondamento e la sua giustificazione adeguata”:
“La fede cristiana, infatti, non è solo conoscenza da conservare nella memoria, ma verità da vivere nell’amore. Perciò, insieme alla dottrina della fede, bisogna custodire anche l’integrità dei costumi, particolarmente negli ambiti più delicati della vita. L’adesione di fede alla persona di Cristo implica sia l’atto della ragione sia la risposta morale al suo dono. A questo riguardo, vi ringrazio per tutto l’impegno e la responsabilità che esercitate nel trattare i casi di abuso di minori da parte di chierici”.
Europa rischia di perdere spirito umanistico che pure ama e difende
La cura per l’integrità della fede e dei costumi “è un compito delicato” – ha aggiunto – che richiede “un impegno collegiale”, valorizzando anche il contributo dei Consultori e dei Commissari. In questo senso, “occorre promuovere, a tutti i livelli della vita ecclesiale, la giusta sinodalità”. Il Papa ricorda come l’anno scorso sia stata organizzata una riunione con i rappresentanti delle Commissioni dottrinali delle Conferenze Episcopali europee, “per affrontare collegialmente alcune sfide dottrinali e pastorali”:
“In questo modo contribuite a suscitare nei fedeli un nuovo slancio missionario e una maggiore apertura alla dimensione trascendente della vita, senza la quale l’Europa rischia di perdere quello spirito umanistico che pure ama e difende. Vi invito a continuare e intensificare la collaborazione con tali organi consultivi che aiutano le Conferenze Episcopali e i singoli Vescovi nella loro sollecitudine per la sana dottrina, in un tempo di cambiamenti rapidi e di crescente complessità delle problematiche”.
Una Chiesa “mossa dallo Spirito” che si lascia “rinnovare in ogni tempo
Altro importante apporto offerto dal Dicastero al rinnovamento della vita ecclesiale – ha aggiunto il Papa – “è lo studio circa la complementarietà tra doni gerarchici e carismatici”. L’armonia di “unità e pluriformità” è il sigillo di una Chiesa che, “mossa dallo Spirito” si lascia “rinnovare in ogni tempo” secondo “quelle mete che il Signore Risorto le indica nel corso della storia”:
“Secondo la logica dell’unità nella legittima differenza – logica che caratterizza ogni autentica forma di comunione nel Popolo di Dio –, doni gerarchici e carismatici sono chiamati a collaborare in sinergia per il bene della Chiesa e del mondo. La testimonianza di questa complementarietà è oggi quanto mai urgente e rappresenta una espressione eloquente di quella ordinata pluriformità che connota ogni tessuto ecclesiale, quale riflesso della armoniosa comunione che vive nel cuore del Dio Uno e Trino”.
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Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va/Sergio Centofanti)