A proposito di Unioni Civili. Per Padre Pio (che aveva giurato sul Vangelo, restando fedele anche alla Costituzione) era inconcepibile un matrimonio non fondato su Dio. Un giorno a San Giovanni Rotondo mi si avvicinarono una signora e la sua giovane figlia e mi pregarono di fare da tramite con Padre Pio, per conoscere il suo pensiero su una situazione che le teneva in ansia. Scese da Trento, si erano prenotate per confessarsi da Padre Pio, a cui dovevano chiedere un consiglio molto importante: la ragazza era fidanzata con un giovane che, iscritto ad un partito laico, si dichiarava e si dimostrava non credente.
Lei, educata nella Religione cattolica e alla frequenza dei Sacramenti, non sapeva che cosa fare, se continuare quel rapporto o no. Protraendosi però l’attesa della Confessione oltre il previsto, non potevano più trattenersi sul Gargano ed erano costrette, loro malgrado, a rientrare a casa. Ma non volevano farlo, senza aver ricevuto una parola illuminante di Padre Pio sul problema che le assillava. Così mi chiesero di parlarne al Padre, a cui, in giornata, presentai quel caso di coscienza. Il Santo, dopo avermi ascoltato, disse: «E su che cosa vogliono basare il matrimonio, togliendo Dio?». La risposta era chiara e precisa, ma pensando io alle donne, che mi avrebbero chiesto di scendere al pratico, domandai al Padre che cosa la ragazza dovesse fare del fidanzato. Egli, dopo avermi guardato un po’ stupito del mio insistere ancora con domande, quasi che non avessi capito, disse in modo spiccio: «Lo mandasse a quel paese!». Andato nel corridoio del chiostro all’ora fissata, riportai alle donne che mi aspettavano, le parole di Padre Pio, che non avevano bisogno di spiegazioni, tanto erano chiare! Mi ringraziarono e partirono. Dopo una settimana – passato io nel frattempo a dare una mano ai confratelli addetti al disbrigo della corrispondenza – nell’aprire una busta, mi vidi cadere sulla scrivania la foto di una giovane donna. Rimasi sorpreso, perché mi sembrava un viso conosciuto: era, infatti, la ragazza di Trento, da me aiutata a conoscere il pensiero del Padre sul suo futuro matrimonio, ma che ancora aveva bisogno della parola del Santo.
Scriveva, infatti, che, riferite al suo ragazzo le parole di Padre Pio, si era sentita dire che egli credeva in Dio e che il suo interno lo conosceva solo lui. Siccome nella lettera – indirizzata a Padre Pio – si faceva il mio nome, mi sentii doppiamente in dovere di ritornare dal Padre, per riaprire il caso. Il Santo, che si distingueva per mitezza e pazienza, mi ascoltò, ma mi liquidò con poche parole: «Padre Pio parla una sola volta». La verità espressa alcuni giorni prima non aveva bisogno di modifiche. Il Padre aveva parlato attingendo la luce da Dio. Padre Marcello Lepore ci offre una testimonianza che ha il sapore della precedente. Una ragazza si reca a San Giovanni Rotondo per parlare con Padre Pio e gli dice: «Padre, non vado d’accordo con il mio fidanzato. Non è religioso, non crede in Dio, perciò lo voglio lasciare. Ma mi ha detto che, se lo faccio, si getta nel pozzo». E il Santo: «Nel pozzo già c’è. Più giù di così non può arrivare».
Padre Marcellino IasenzaNiro, “Il Padre”. San Pio da Pietrelcina. La missione di salvare le anime. Testimonianze, pp. 149-151
Redazazione Papaboys (Fonte gloria.tv)