Non si contano i percorsi lungo i quali i pellegrini, nel tempo, anche dall’Asia e dall’Africa hanno raggiunto il santuario: in tutto il mondo, finora, da parte di padre Giuseppe Santarelli, direttore della Congregazione universale della Santa Casa di Loreto, sono stati censiti oltre 4200 luoghi che conservano testimonianze del culto mariano. Marcello Bedeschi: “Nella cripta del santuario di Cracovia dedicato a Wojtyla una delle cappelle, il prossimo 20 maggio, sarà intitolata proprio alla Vergine di Loreto”.
“Ci accorgemmo di essere sulla strada di Loreto dal momento che incontravamo tanti pellegrini che andavano e venivano. E non solo si trattava di gente da poco, ma anche di persone ricche, che facevano il viaggio a piedi. Seguimmo poi un paese uniforme, poi incontrammo pianure e fiumi, e infine colline”. Così il filosofo francese Michel de Montaigne nel suo Journal de voyage en Italie definisce l’essenza del viaggio. O meglio, di un viaggio, quello compiuto nel 1581 lungo la direttrice Roma-Loreto, sul percorso di quella che viene ormai comunemente delineata come Via Lauretana. Un tragitto costellato di memorie e testimoniato, graficamente, da una moltitudine di mappe che nulla avrebbero da invidiare alle moderne guide turistiche.
Riscoprire la Via Lauretana. Oggi, per riscoprire, tutelare e valorizzare quell’antico cammino che conduceva i pellegrini alla Santa Casa di Maria, è sorto il marchio dei “Cammini Lauretani” che coniuga l’impegno di numerosi enti, amministrazioni e l’associazionismo delle Marche con l’intento di fare di un sistema di significati tracciati dalla fede un’occasione di sviluppo economico, senza mai perdere di vista il profilo etico. “Non una goffa imitazione dei Cammini di Santiago, né una competizione con la Via Francigena – afferma Simone Longhi, direttore del Distretto Culturale Evoluto Cammini Lauretani, che ha sostiene il progetto – ma la corretta rappresentazione di un’estesa molteplicità e pluralità originarie delle vie attraverso cui l’uomo cerca Dio”.
Il recupero di un culto antico. Ad oggi si fa sempre più strada la volontà di affinare la ricerca legata alle vie seguite dai viandanti che, passo dopo passo, si spostavano dal Lazio alle Marche Quella della Via Lauretana rappresenta, di fatti, una tradizione unica, che tramanda l’esperienza dei pellegrini attraverso i “paesaggi dell’anima” fin dal Trecento, all’indomani della traslazione a Loreto, avvenuta, secondo la tradizione, la notte antecedente il 10 dicembre 1294. Da allora fino ai nostri tempi, non smette di animarsi una particolare vicinanza alla figura della Vergine. Siamo nelle Valli del Chienti e del Potenza, ma anche nei Monti Sibillini. Poi, da lì, verso altri mondi lontani. A Praga (dove si trova la riproduzione esatta della Santa Casa nel quartiere Hradcany), Parigi (con l’Église Notre Dame de Lorette), Walsingham in Inghilterra (chiamata anche la “Loreto del Nord” dove, nel 1061, la nobildonna Richeldis de Faverches ebbe per visione della Vergine l’incarico di costruire una replica della casa della Santa Famiglia di Nazareth), Cracovia (con la chiesa dei Cappuccini denominata Polski Loret) e Tersatto, in Croazia (dove, secondo la tradizione, sostò la Santa Casa prima di giungere in terra marchigiana). Nomi e cifre, che raccontano la storia. Non si contano, inoltre, i percorsi lungo i quali i pellegrini, nel tempo, anche dall’Asia e dall’Africa hanno raggiunto il santuario: in tutto il mondo, finora, da parte di padre Giuseppe Santarelli, direttore della Congregazione universale della Santa Casa di Loreto, sono stati censiti oltre 4200 luoghi che conservano testimonianze del culto mariano.
Il pellegrinaggio si fa “giovane”. Di fronte a questo complesso universo di luoghi, pratiche, percorsi e legami, oltre alle felice esperienze promosse dalla Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia con i Campiscuola Itineranti, nel 2015, in questo Anno straordinario della Misericordia, la “rete” si amplia fin verso la Polonia: il prossimo step, infatti, sarà quello di promuovere i Cammini lauretani a Cracovia, in occasione della Giornata mondiale della gioventù prevista per il prossimo luglio. “Da sempre c’è un filo diretto che lega il popolo polacco a Loreto: basti pensare al Centro Giovanni Paolo II sorto sulla collina di Montorso e voluto dallo stesso Papa santo” afferma Marcello Bedeschi, membro del Pontificio Consiglio per i Laici. In più, ci sarà un’altra bella notizia ad irrobustire il “dialogo” tra Marche e Polonia. “Nella cripta del santuario di Cracovia dedicato a Wojtyla – rivela Bedeschi – una delle cappelle, il prossimo 20 maggio, sarà intitolata proprio alla Vergine di Loreto. Il giorno dell’inaugurazione sarà lo stesso in cui dai giovani polacchi verranno accolti i simboli della Gmg, il Crocifisso di San Damiano e la statua della Madonna: un ulteriore segno di un cammino che prosegue”.
Redazione Papaboys (Fonte agensir.it/Francesca Cipolloni)