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Nella canonizzazione di Stanislao e di Maria Elisabetta, Dio vince anche la morte!

“Gesù chiede per sé la nostra morte, per liberarcene e ridarci la vita”, così Papa Francesco nella Messa celebrata iieri mattina in Piazza San Pietro per la Canonizzazione del Beato polacco Stanislao di Gesù Maria, fondatore dei Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, e della Beata svedese Maria Elisabetta Hesselblad, fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida. Presenti alla cerimonia anche il presidente polacco, Andrzej Duda e il ministro della cultura svedese, Alice Bah Kuhnke. Il servizio di Roberta Gisotti per Radio Vaticana:

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E’ entrato in processione Papa Francesco nella piazza affollata di fedeli, ad accompagnarlo all’altare 40 cardinali, tra cui Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia e 30 presuli tra cui Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma insieme all’arcivescovo luterano di Uppsala, Antje Jackelen. Ispirato dal Vangelo domenicale, Francesco si è soffermato sull’evento centrale della fede: “La vittoria di Dio sul dolore e sulla morte”:

“…nella Passione di Cristo c’è la risposta di Dio al grido angosciato e a volte indignato, che l’esperienza del dolore e della morte suscita in noi. Si tratta di non scappare dalla Croce, ma di rimanere lì, come fece la Vergine Madre, che soffrendo insieme a Gesù ricevette la grazia di sperare contro ogni speranza”.

Nei nuovi Santi si è manifestata la potenza della Risurrezione di Gesù
E questa è stata, ha sottolineato il Papa, anche l’esperienza di Stanislao di Gesù Maria e di Maria Elisabetta Hesselblad, proclamati Santi:

“Sono rimasti intimamente uniti alla passione di Gesù e in loro si è manifestata la potenza della sua Risurrezione”.

Maria Elisabetta Hesselblad, svedese nata nel 1870 da famiglia luterana, emigrata a 18 anni negli Stati Uniti, ammalatasi, una volta guarita si era dedicata a curare, lei, gli ammalati a New York, dove aveva approfondito la fede cattolica e ricevuto il Battesimo. Un anno dopo, nel 1903 era Roma, e qui dopo aver visitato la casa di Santa Brigida, fondava l’Ordine delle suore note come “Brigidine”. Impegnata durante la Seconda Guerra Mondiale ad assistere gli ebrei perseguitati e i più poveri. Morta a Roma nel 1957 è stata beatificata nel 2000.

Stanislao di Gesù Maria, al secolo Giovanni Papczynski, polacco nato nel 1631, sacerdote a 30 anni, aveva lasciato dopo 9 anni i padri Scolopi, per fondare un nuovo istituto di Chierici mariani sotto il titolo della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, 200 anni prima del dogma, dedicato in special modo a promuovere la fede tra la gente emarginata e povera e alla preghiera per i defunti, specie quelli non preparati alla morte. Morto nel 1701 è stato beatificato nel 2007.

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Gesù prende su di noi i nostri peccati e ci restituisce vivi alla Chiesa
Richiamando le Letture del giorno su due prodigiose risurrezioni di giovani figli di donne vedove, il Papa ha spiegato:

“Gesù chiede per sé la nostra morte, per liberarcene e ridarci la vita”.“Anche con i peccatori, ad uno ad uno, Gesù non cessa di far risplendere la vittoria della grazia che dà vita”:

“Dice alla Madre Chiesa: ‘Dammi i tuoi figli’, che siamo tutti noi. Egli prende su di sé i nostri peccati, li toglie e ci restituisce vivi alla Chiesa stessa. E ciò avviene in modo speciale durante questo Anno Santo della Misericordia. La Chiesa oggi ci mostra due suoi figli che sono testimoni esemplari di questo mistero di risurrezione”.

Dopo la Messa, prima della recita dell’Angelus, Papa Francesco ha salutato le autorità polacche e svedesi:

“Il Signore per intercessione dei due nuovi Santi benedica le vostre nazioni”.

Quindi l’invito ai fedeli in Piazza:

“Tutti insieme ci rivolgiamo ora in preghiera alla Vergine Maria, perché ci guidi sempre nel cammino della santità e ci sostenga nel costruire giorno per giorno la giustizia e la pace”.

Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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