Durante la persecuzione di Diocleziano ad Iconio, città della Licaonia (oggi in Turchia) si trovava Giulitta, donna ricca e nobile, la quale era rimasta vedova con un figlio in tenera età, Quirico. Lasciata la sua città e i suoi averi, per sfuggire alla persecuzione, scese con le sue ancelle verso la Seleucia.
Ritenne però prudente proseguire per Tarso, nella Cilicia, dove fu raggiunta e fatta arrestare col suo bambino dal governatore romano Alessandro, con l’accusa di essere cristiana. Sottoposta a lunghi interrogatori per farla abiurare, rifiutandosi di sacrificare agli dei, confessò la sua fede. Una leggenda narra che Alessandro teneva il fanciullo sulle sue ginocchia. Quirico, vista la madre sofferente e sentite le sue parole, si disse anch’egli cristiano e morì scaraventato a terra dal governatore. La madre, pur impietrita dal dolore, restò ferma nella fede. Poi, dopo strazianti torture, fu consegnata al boia per essere decapitata. un altro racconto, però, dice che i due furono arsi vivi ma che i loro corpi, miracolosamente si mantennero intatti. Il martirio del più giovane martire cristiano con la madre si colloca intorno al 304. (Avvenire)
Patronato: Bambini
Etimologia: Quirico (variante di Ciriaco)
Emblema: Bambino su un cinghiale, Palma
Martirologio Romano: In Asia Minore, commemorazione dei santi Quirico e Giulitta, martiri.
S. Quirico è uno dei più giovani martiri della cristianità, preceduto dai SS. Innocenti, trucidati da Erode a Betlemme, Giulitta è sua madre.
Durante la persecuzione di Diocleziano ad Iconio, città della Licaonia (regione dell’attuale Turchia) si trovava Giulitta, donna ricchissima e d’alto lignaggio, la quale era rimasta vedova con un figlio in tenera età battezzato coi nome Quirico. lasciata la sua città e i suoi averi, per sfuggire alla feroce persecuzione, scese con le sue ancelle verso la Seleucia. Ritenne però prudente proseguire per Tarso, nella Cilicia, dove fu raggiunta e fatta arrestare coi suo bambino dai crudele governatore romano Alessandro, con l’accusa di essere cristiana. Sottoposta a lunghi interrogatori al fine di farla abiurare, rifiutandosi di sacrificare agli dei, confessò con fermezza: ‘lo sono cristiana’. Intanto il governatore Alessandro, che aveva tolto il fanciullo alla madre, lo teneva, quale estremo strumento di persuasione sulle sue ginocchia. Come racconta la Leggenda aurea, il fanciullo vedendo battere sua madre cominciò a piangere e a gridare e, sentendola professarsi cristiana, con franchezza che ha dei soprannaturale, fece altrettanto.
Il governatore imbestialito, preso il bambino per un piede, lo scagliò dall’alto dei suo seggio al suolo dinanzi alla madre, in modo che la piccola testa andò a battere contro i gradini dei tribunale, sui quali “schizzarono le tenere cervella”. La madre, pur impietrita dal dolore, restò ferma nella fede ed anzi rese grazie a Dio perché il figlio l’aveva preceduta nella gloria dei Paradiso. Poi anch’essa, dopo strazianti torture, fu consegnata al boia per essere decapitata.
I loro corpi, raccolti da una fedele ancella, furono tenuti nascosti fino a quando il clima di pace e di sicurezza dell’era costantiniana permise che fossero esposti in luogo pubblico.
La data più probabile del loro martirio è il 15 luglio dei 304 (o 305), anche se la loro festa nella Chiesa occidentale è prevalentemente celebrata il 16 giugno.
Il racconto della Passione dei piccolo Quirico e di sua madre Giulitta ebbe tanta fortuna da venire presto, non solo estesamente divulgata, ma arricchita di particolari fantastici, tanto da far dubitare della sua stessa storicità. Non molti anni dopo la loro morte il vescovo di lconio Teodoro, su richiesta dei vescovo Zosimo, avvalendosi di testimoni attendibili e documenti sicuri ricostruì fedelmente la drammatica storia di Quirico e Giulitta. l’estensione dei loro culto nel mondo cristiano è però una sicura garanzia dell’autenticità storica dei loro martirio.
In Occidente il loro culto si diffuse nel Medioevo soprattutto in Italia, Francia e Spagna. Il vescovo francese d’Auxerre S. Amatore (o Amanzio) tornando da una visita ai Luoghi Santi trasportò le reliquie da Antiochia a Marsiglia, dove furono deposte nell’Abbazia di S. Vittore. Amatore morì nel 418, e da quest’epoca comincia, forse, la diffusione in Occidente dei culto dei due SS. Martiri.
In Italia si contano una cinquantina di località che portano il nome di S. Quirico (o Chirico), ma ben più numerosi sono i luoghi di devozione (chiese parrocchiali e non, oratori, etc.). In Campania è individuato come unico luogo di culto la chiesa di Bolano (Salerno), dove la medievale devozione è attestata da un documento di vendita dell’801 (Codex Diplomaticus Cavensis 1,5 – Badia di Cava).
Il nome Quirico, precisano i linguisti, sarebbe la forma volgare di Ciriaco. Entrambi derivano da Kyrios (cioè Signore, in greco) ed equivalgono al latino Dominicus.
Autore: Comunità parrocchiale di Bolano (SA)