L’aereo di Papa Francesco è atterrato all’Aeroporto internazionale di Yerevan, capitale dell’Armenia. Il Pontefice si fermerà in quello che storicamente è considerato il più antico Paese cristiano (la dichiarazione risale al 330) fino a domenica 26 giugno per una missione di pace che proseguirà poi il prossimo settembre con il viaggio in Azerbaigian e Georgia.
Stati coinvolti nella crisi del Nagorno Karabakh iniziata nell’88 con la fine dell’Urss, ma le cui radici risalgono alla decisone di Stalin di annettere l’enclave armena cristiana all’Azerbaigian a maggioranza islamica. Dopo le prime fiammate il conflitto è rimasto silente per quasi tre decenni, per riaccendersi proprio lo scorso aprile. Mentre la Turchia appoggia gli azeri la Russia si pone super partes (e vende armi ad entrambe).
Brexit. Davanti al voto a favore del Brexit, informa l’Agi, Papa Francesco si inchina. “E’ la volontà espressa dal popolo che ci richiede una grande responsabilità per garantire il bene del popolo del Regno Unito e anche il bene e la convivenza di tutto il popolo europeo”, dice ai giornalisti sull’Airbus A321 dell’Alitalia che lo porta in Armenia. “Ho saputo l’esito finale qui sull’aereo, uscendo da casa questa mattina ho visto il Messaggero ma ancora non si aveva la sicurezza”, aggiunge con tono sereno il Pontefice che con il suo sorriso sembra voler sdrammatizzare la tensione suscitata a livello internazionale dal voto inglese.
Accordo Farc-Governo colombiano. Dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco ha sostenuto in ogni modo il processo di pace per la Colombia ed oggi “brinda” all’accordo finalmente raggiunto a Cuba tra il Governo e i guerriglieri delle Farc. “Sono felice di questa notizia”, confida ai giornalisti accreditati sul volo papale. “Mi auguro – aggiunge – che i paesi che hanno lavorato all’accordo ora lo blindino, in modo che non si possa mai tornare, nè da dentro nè da fuori, a uno stato di guerra”.
Grazie ai giornalisti. Poi, Papa Francesco come avviene nel corso di ogni viaggio ha ringraziato gli operatori dell’informazione che lo seguono anche nel volo. “Grazie tanto per la compagnia e il vostro lavoro”, dice sull’aereo che lo porta in Armenia. L’Airbus 321 dell’Alitalia è allestito in modo tale che Francesco non può avere i 70 giornalisti tutti davanti a sé e questa difficoltà gli suggerisce una battuta: “mi scuso di parlare di fronte e con la schiena. Solo gli angeli non ne hanno una”.
Redazione Papaboys (Fonte www.farodiroma.it/AN)