Rio de Janeiro – “Mai piu’ violenza, solo amore!”. Questa frase ha ripetuto piu’ volte Papa Francesco nell’incontro forse piu’ emozionate di questo suo primo viaggio in Brasile, quello con otto giovani detenuti (sei maschi e due ragazze) che indossavano le magliette della Gmg come il milione di ragazzi che affolla in queste ore la spiaggia di Copacabana in attesa del Pontefice che vi presiedera’ la Via Crucis.
“Francesco – racconta il portavoce, padre Federico Lombardi – ha fatto pregare a tutti un ‘Padre Nostro’ e li ha incaricati di pregare. Non ha fatto un discorso ma ha pronunciato espressioni forti di incoraggiamento, ripetendo a ognuno ‘prega per me'”. E come ieri si era commosso nella favela di Virghinha anche oggi il Papa e’ apparso toccato da questo momento molto emotivo”. “L’incontro con il Papa – riferisce padre Lombardi – e’ durato piu’ di 30 minuti. I ragazzi erano tutti minori, detenuti in 4 diverse carceri minorili dello Stato di Rio de Janeiro.
Con Francesco c’erano l’arcivescovo di Rio de Janeiro Orani Tempesta, un sacerdote e un laico incaricati della pastorale delle carceri e un giudice responsabile dei reclusori per minori, il quale ha detto al Pontefice che nei prossimi giorni per gli otto ragazzi ci saranno ‘altre buone notizie’, anticipando cosi’, probabilmente, la notizia di un provvedimento di grazia”. Il dialogo si e’ svolto in un clima che il portavoce definisce “sereno e normale”.
“Una ragazza, che appariva la piu’ espansiva commossa e loquace ha cantato una canzone piena di affetto per Francesco e l’ha cantata piano piano, vicino al Papa”, racconta Lombardi. Ognuno dei ragazi, del resto, ha potuto a turno sedersi accanto al Pontefice per dialogare in privato con lui. Ma anche farsi firmare la foto ricordo e benedire oggetti (un po’ come avevano fatto lunedi’ anche i giornalisti piu’ laici sull’aereo papale).
I giovani hanno portato al Papa un grande rosario con palline di polistirolo per ricordare il massacro di Candelaria esattamente 20 anni dopo. Morirono 60 meninos de rua, per mano della polizia e oggi su ognuna delle palle che facevano da grani del rosario c’era il nome di uno dei giovani uccisi. E il Papa ha pregato per loro. Nel 1993, piu’ di 60 “meninos de rua” vivevano per le strade del centro e dormivano intorno alla Chiesa della Candelora, nel Centro di Rio de Janeiro. Nella notte del 23 luglio di quell’anno, otto di loro furono uccisi dai poliziotti. Undici anni dopo, quattro uomini della Polizia Militare sono stati condannati, uno di loro a 309 anni carcere (ma ne scontera’ solo 30).
Negli anni ’90 sono stati uccisi 6.033 bambini di strada nello Stato di Rio, e solo otto persone erano hanno subito condanne per questi omicidi. I killer spesso erano poliziotti assoldati dai negozianti, come spietati giustizieri, per “ripulire” i quartieri dai piccoli senzacasa che sopravvivevano nella miseria piu’ totale rubando, chiedendo l’ elemosina e sniffando colla per lenire i crampi della fame. Facile bersaglio degli “squadroni della morte“.
Servizio dell’Agenzia AGI