Due donne per gli altri: Madre Teresa di Calcutta, proclamata santa questa domenica, e Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, per la quale è in corso il processo di beatificazione. Risale al 1978 il loro primo colloquio. Poi, negli anni, altri incontri e un intenso scambio di corrispondenza.
Il dialogo tra le due donne era profondo, centrato sulla comune scelta di Dio, realizzata nel concreto secondo i diversi carismi ricevuti. Ma che cosa di Madre Teresa era rimasto più impresso in Chiara Lubich? Ascoltiamo ciò che lei stessa aveva risposto al microfono di Adriana Masotti in un’intervista del 10 settembre 1997, a cinque giorni dalla morte di Madre Teresa:
R. – Ricordo che la prima volta mi ha impressionato la sua determinazione. Si vedeva una creatura che vuole andare fino in fondo nella missione che Dio le ha dato. Un’altra cosa che mi ha colpita altre volte è stata la sua semplicità, la sua unione con Dio costante. E anche mi ha colpito molto, specie adesso, in questi ultimi giorni, la sua eroicità quotidiana.
D. – C’è un ricordo particolare di Madre Teresa che ci vuol raccontare?
R. – Il ricordo forse più bello è stato proprio l’ultimo incontro; è stato appunto a New York. Era ammalata, a letto, aveva un grande mal di schiena; e lì è stata una cosa meravigliosa, perché mi hanno dato qualche momento ed invece sono rimasta 20 minuti, ed è stato, il canto del Magnificat, vorrei dire, di Madre Teresa, perché lei mi ha raccontato un po’ tutta la sua Opera, i 50 mila moribondi, che sono arrivati, secondo lei, in Paradiso, e poi il suo voto che lei ha fatto di aiutare i più poveri dei poveri. Lei mi teneva per le mani, era ardentissima, era contentissima, era felicissima. E alla fine ci siamo abbracciate e così l’ho lasciata”.
D. – Madre Teresa e Chiara Lubich: due fondatrici di opere in primo piano nell’attuale panorama della Chiesa. Che cosa c’era al centro del dialogo tra due personalità così?
R. – E’ così: lei, già la prima volta, ha voluto sapere qualcosa del nostro Movimento. lo le ho raccontato pochissime parole e lei mi ha risposto: “Ciò che tu fai io non lo posso fare, ciò che io faccio tu non lo puoi fare”. E poi, sempre, sempre ripeteva, quando ci incontravamo, questa frase. Eravamo tutte e due incaricate di qualcosa da parte Dio, perciò ci capivamo molto bene. Lei mi scriveva spesso e il suo concetto era sempre questo: “Chiara, fatti santa perché Dio è santo”. Perciò io ho l’impressione che deve essere stata questa la sua tensione continua.
D. – Il mondo di oggi avverte un particolare bisogno di punti di riferimento. Perché, secondo lei, Madre Teresa è riuscita a catalizzare tanta stima, tanta simpatia e non solo da parte dei credenti, ma anche da parte di atei e di indifferenti?
R. – Ma io penso che la cosa principale in Madre Teresa sia la presenza di Dio dentro di lei. Lei non lo ha mai tradito, lo ha sempre testimoniato. Lei ha manifestato sempre la sua unione con la Chiesa di Cristo. E lei non è mai stata di mezze misure. Ma ciò che attira, soprattutto la gioventù, è questo eroismo che lei ha mostrato nella sua vita, perché lei dal Vangelo ha preso proprio la parte di Gesù, che fa, vorrei dire, tutte le guarigioni, che risuscita dei morti … E come Gesù con i miracoli, diciamo, con le guarigioni, ha testimoniato la sua divinità, Madre Teresa con le sue grandi cose eroiche ha testimoniato, e le sue figliole continueranno a testimoniare, la divinità di quell’Opera.
D. – Madre Teresa veniva chiamata da tutti “la Madre”. Secondo lei Madre Teresa ha realizzato quello che il Papa definisce “genio femminile” nel portare avanti la sua Opera?
R. – Senz’altro, perché, secondo me, il genio femminile sta proprio qui: in ciò che aveva Maria di caratteristico. Lei non era tanto investita da un ministero, era investita dall’amore, dalla carità, che è il più grande dono, il più grande che viene dal cielo. E così Madre Teresa.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)