“Dal conflitto alla comunione. Insieme nella speranza” è il motto del 17.mo viaggio internazionale di Papa Francesco, in Svezia dal 31 ottobre al primo novembre. Il Papa, insieme ai luterani, commemorerà il quinto centenario dell’inizio della Riforma e ringrazierà il Signore per cinquant’anni di dialogo ufficiale tra luterani e cattolici. Il primo novembre il Papa celebrerà la Messa per la piccola comunità cattolica svedese.
Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha parlato in una intervista (in fondo alla pagina il video) con Alessandro Di Bussolo, del Centro Televisivo Vaticano. Riportiamo le dichiarazioni del porporato.
R. – Nel 1517 Lutero, il monaco Lutero, nella città di Wittemberg, contestò pubblicamente la vendita delle indulgenze, e anche in un contesto di grandi mutamenti politici, sociali ed economici della società di quel tempo, diede avvio ad un processo di cambiamento che portò purtroppo alla divisione e alla separazione delle Chiese in Occidente, e accompagnato da lotte per il potere, da violenze, da guerre, le famose guerre di religione che poi si susseguirono. E da quell’epoca praticamente i centenari della Riforma furono sempre ricordati, furono sempre commemorati in maniera polemica, in uno spirito di scontro e forse si può parlare anche di ostilità. Questa volta invece non è così… per la prima volta cattolici con la presenza del Papa e luterani, commemorano insieme questo quinto centenario della Riforma. E io penso davvero che si può parlare di un momento storico, si può parlare davvero di una pietra miliare nel cammino di riconciliazione e di ricerca comune dell’unità fra le Chiese e le comunità ecclesiali. E questo momento così importante è il frutto del dialogo che si è sviluppato in questi 50 anni, a partire dalle sollecitazioni del Concilio Vaticano II. Un dialogo che ha cercato di superare le difficoltà, ha cercato di creare fiducia tra le parti e ha cercato di mettere in luce, secondo quel principio enunciato già da San Giovanni XXIII, ciò che unisce più di ciò che divide e separa. Un dialogo in cui uno dei punti vertice è stata proprio la firma, nel 1999, della Dichiarazione comune sulla Dottrina della Giustificazione, uno dei punti che erano stati all’origine e che erano diventati proprio il centro della polemica. Quindi è da ringraziare il Signore per essere arrivati a questo momento che è il frutto di un cammino che si sta portando avanti da tempo e chiedergli di aiutarci, anche attraverso questo momento di commemorazione comune, di proseguire nel cammino del dialogo e della ricerca dell’unità della Chiesa.
D. – Dopo la preghiera ecumenica, ci sarà un momento di festa e testimonianze pensato soprattutto per i giovani…
R. – Sì, mi pare che si svolgerà nello stadio di Malmö, e sarà un momento festivo, un momento di gioia che si rivolge soprattutto ai giovani. Ho saputo che all’interno di questo momento celebrativo ci sarà anche la firma di un accordo tra la sezione del servizio per il mondo della Federazione luterana mondiale e la Caritas internationalis. Come a dire che questa riconciliazione che stiamo cercando deve andare soprattutto a vantaggio della comune testimonianza nei confronti del mondo, deve tradursi in un incontro, deve tradursi in un atteggiamento di amore compassionevole nei confronti delle tante persone che soffrono per le più diverse cause nel mondo. E ovviamente i giovani sono chiamati in prima persona ad assumersi questa sfida, perché i giovani sono il futuro e la speranza, come tante volte si è detto, della Chiesa. Ed allora, a loro si rivolge in maniera particolare, questo momento di celebrazione, che deve anche tradursi in un impegno nei confronti di una testimonianza comune.
D. – I temi della difesa del creato e della solidarietà verso gli ultimi saranno al centro di queste testimonianze…
R. – E’ molto importante trovare degli ambiti comuni nei quali questa testimonianza possa tradursi, e mi pare che la solidarietà nei confronti degli ultimi e la difesa e la tutela della casa comune possano essere veramente ambiti di impegno serio e di impegno efficace.
D. – La Svezia è un paese molto secolarizzato, anche se ultimamente si registra un nuovo interesse verso la religione. La testimonianza comune di cattolici e luterani potrà fare breccia in questo individualismo e materialismo?
R. – Ma certamente, basta ricordare la parola di Gesù: da questo crederanno, nella misura in cui voi date una testimonianza comune. Evidentemente questi sono i pericoli delle nostre società secolarizzate: da una parte questa chiusura in se stessa senza apertura agli altri, e qui possiamo ricordare l’insistenza di Papa Francesco sulla cultura dell’incontro, e mi pare che la stessa commemorazione vuole sottolineare questa dimensione perché parla di passare dai conflitti alla comunione, e poi dice “uniti nella speranza”: E la comunione significa proprio il superamento dell’individualismo, il superamento della chiusura in se stesso, il superamento del ripiegamento in se stessi che poi è all’origine dei tanti conflitti. E questo i cristiani lo devono fare soprattutto con il loro esempio di comunione, è inutile parlare di comunione se poi ognuno va per conto suo. Quindi mi pare che da questo punto di vista sarà importante questa testimonianza comune. E poi contro il materialismo, che è una chiusura del nostro orizzonte soltanto ai valori terreni, alle realtà terrene, senza questa apertura al trascendente, senza questa apertura a Dio. Allora cattolici e luterani sono chiamati a testimoniare insieme, in nome della fede comune in Gesù Salvatore proprio tutta la bellezza, tutto lo splendore e tutta la gioia della fede, che hanno e che testimoniano.
D. – La piccola comunità dei cattolici svedesi sta crescendo anche grazie all’immigrazione. Il gesto ecumenico del Papa li aiuterà crescere anche nella comunione con i luterani?
R. – Io credo che questa presenza del Papa sia un grande stimolo per la comunità cattolica a continuare in questo cammino di ricerca dell’unità, in questo cammino ecumenico. Oggi la scelta ecumenica è una scelta irreversibile, e nonostante abbia conosciuto e conosca anche difficoltà credo che si deve andare avanti coraggiosamente. E in questo senso penso che la comunità cattolica in Svezia, che poi come giustamente lei diceva è composta anche di tante componenti, si sta arricchendo di tante componenti, possa lavorare insieme con la comunità luterana proprio per la testimonianza cristiana. E a questo riguardo vorrei ricordare una dichiarazione che è stata fatta recentemente e che mi pare molto indicativa dello spirito on cui cattolici e luterani vogliono proseguire. Dice così: “Insieme cattolici e luterani si avvicineranno sempre di più al loro comune Signore e Redentore Gesù Cristo. Vale la pena mantenere il dialogo. E’ possibile lasciarsi alle spalle i conflitti. L’odio e la violenza, anche motivati dalla religione, non dovrebbero essere banalizzati, o persino giustificati, bensì respinti con forza. I ricordi cupi possono affievolirsi, una storia dolorosa non esclude la possibilità di un futuro ricco di promesse. E’ possibile arrivare dal conflitto alla comunione, e percorrere questo cammino insieme, pieni di speranza. La riconciliazione reca in sé la forza di renderci liberi, di volgerci gli uni verso gli altri, ma anche di dedicarci agli altri nell’amore e nel servizio”. Sono parole molto belle, soprattutto questo futuro ricco di promesse. Speriamo che questa commemorazione comune apra al futuro di Dio, che è sempre un futuro ricco di promesse.
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IL VIDEO DELL’INTERVISTA
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di Redazione Papaboys fonti: Centro televisivo Vaticano /Radio Vaticana