Vive ad Assemini l’uomo più vecchio d’Italia ; è nato il 13 novembre del 1905 a Villamassargia; poi ha vissuto a Siliqua. Oggi ha spento la 111° candelina. E non potevo mancare anche quest’anno per dargli il nostro più caloroso abbraccio. È felicissimo e non fa che ripetere che vuole salutare e ringraziare tutti gli abitanti della Sardegna A s’annu chi enit, Tziu Mundicu. A scirvere queste parole è il sindaco del suo paese che lo celebra su facebook e che oggi appunto, è andato a trovarlo.
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Nonno Valerio Piroddi – ma tutti lo chiamano ‘Tziu Mundicu’ – oggi raggiunge il record dei record: spegne la bellezza di centoundici candeline, si laurea l’uomo più longevo d’Italia e ha ancora tanta voglia di guardare al futuro. Originario di Villamassargia, nel sud Sardegna, stamattina ha festeggiato il suo compleanno circondato da figli, nipoti e pronipoti, ad Assemini, in provincia di Cagliari, dove ora vive.
Con questo compleanno ha consolidato il suo primato che ne fa il super centenario decano d’Italia ed è in lizza per diventare l’uomo più vecchio d’Europa, assicura Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità, che segue Piroddi dal punto di vista scientifico.
“Brilla per la memoria episodica e per la abilità motoria – spiega l’esperto – un vero e proprio fenomeno con un’età biologica di almeno 20 anni in meno rispetto al quella anagrafica”.
Questione di geni, ovviamente, ma anche da altri fattori: lo stile di vita, l’alimentazione e l’ambiente sano in cui ha vissuto e lavorato come agricoltore fino all’età di 85 anni, all’aria aperta, in mezzo ai campi. La sua dieta è a base di molta frutta e verdura, ma anche formaggio, uova, lumache, vino rosso. Tziu Mundicu non ha problemi di colesterolo e assaggia ancora il lardo. Va matto per pardule, amaretti, ciambelle e gelato.
Pili, che oggi gli ha consegnato una targa riconoscimento, racconta: “Fa di tutto per essere autonomo, si fa la barba da solo, tutte le mattine, si alza scruta il cielo per capire se il tempo gli consente la passeggiata mattutina e poi si concede il bagno di sole, come una sorta di meditazione”.
La sera dopo cena ama ricordare quanto ha visto e vissuto nei suoi lunghi 111 anni. La sua gioia sono le feste in famiglia, le tavolate con i propri cari dove non risparmia brindisi a base di spumante e pronuncia il suo discorso rigorosamente in sardo: “Non biu s’ora chi bengara pasca manna po biri fillusu e nepotisi” (non vedo l’ora che venga Natale per riunire attorno a me figli e nipoti).
A cura di Massimo Francini