Papa Francesco ha ricevuto nella Sala Clementina in Vaticano i membri del Consiglio di Rappresentanza della Caritas Internationalis, riuniti a Roma per l’assemblea istituzionale. La Chiesa – ha osservato il Papa nel discorso pubblicato dalla Sala Stampa vaticana – “esiste per evangelizzare”, ma “l’evangelizzazione richiede di adattarsi alle diverse situazioni, tenendo conto della vita familiare e di quella sociale, come anche della vita internazionale con speciale attenzione alla pace, alla giustizia, allo sviluppo”. Francesco ribadisce “l’opzione preferenziale della Chiesa per i poveri. Per questo siamo chiamati ad agire contro l’esclusione sociale dei più deboli e operare per la loro integrazione. Le nostre società, infatti, sono spesso dominate dalla cultura dello ‘scarto’; hanno bisogno di superare l’indifferenza e il ripiegamento su sé stesse per apprendere l’arte della solidarietà”.
Le Caritas – si legge ancora nel testo – “non sono delle agenzie sociali, ma organismi ecclesiali che condividono la missione della Chiesa”. “Si tratta di far risplendere la carità e la giustizia nel mondo alla luce del Vangelo e dell’insegnamento della Chiesa, coinvolgendo i poveri stessi perché divengano i veri protagonisti del loro stesso sviluppo”. “La povertà, la fame, le malattie, l’oppressione non sono una fatalità e non possono rappresentare situazioni permanenti. Confidando nella forza del Vangelo, noi possiamo veramente contribuire a cambiare le cose o almeno a migliorarle”.
Di qui l’appello del Santo Padre: “Vi invito ad avere sempre coraggio profetico, a rifiutare tutto ciò che umilia l’uomo, e ogni forma di sfruttamento che lo degrada. Continuate a porre quei piccoli e grandi segni di ospitalità e di solidarietà che hanno la capacità di illuminare la vita di bambini e anziani, di migranti e profughi in cerca di pace. Sono molto contento di apprendere che Caritas Internationalis porterà avanti una Campagna proprio sul tema delle migrazioni. Spero che questa bella iniziativa apra i cuori di tanti all’accoglienza dei profughi e dei migranti, perché possano sentirsi veramente ‘a casa’ nelle nostre comunità. Sia vostra cura sostenere, con rinnovato impegno, i processi di sviluppo e i cammini di pace nei Paesi da cui questi nostri fratelli e sorelle fuggono o partono in cerca di un avvenire migliore.
“Siate artigiani di pace e di riconciliazione tra i popoli, tra le comunità, tra i credenti – esorta il Papa – Mettete in campo tutte le vostre energie, il vostro impegno, per lavorare in sinergia con le altre comunità di fede che, come voi, mettono la dignità della persona al centro della loro attenzione. Lottate contro la povertà e, allo stesso tempo, imparate dai poveri. Lasciatevi ispirare e guidare dalla loro vita semplice ed essenziale, dai loro valori, dal loro senso di solidarietà e condivisione, dalla loro capacità di risollevarsi nelle difficoltà, e soprattutto dalla loro esperienza vissuta del Cristo sofferente, Lui che è il solo Signore e Salvatore. Imparate, pertanto, anche della loro vita di preghiera e della loro fiducia in Dio”.