CITTA’ DEL VATICANO – UDIENZA GENERALE – Vivere con più viva consapevolezza l’opera redentrice di Cristo e vivere con più impegno il nostro battesimo: sono i due “impegni” che papa Francesco chiede di “vivere” nella Quaresima, che comincia oggi, “momento di conversione individuale e comunitario” per saper “reagire di fronte alla realtà del male che sempre ci sfida”, per non “accettare passivamente” la violenza, le ingiustizia, “una società che pretende di fare a meno di Dio”.
L’inizio dell’itinerario quaresimale ha dato occasione oggi al Papa – che nel pomeriggio celebrerà le Ceneri – di parlare alle 50mila persone presenti in piazza san Pietro per l’udienza generale, della “voglia di avvicinarsi a Dio, e questa è la conversione” che questo “tempo forte” può e deve suscitare “per uscire dalle abitudini stanche e dalla pigra assuefazione al male che ci insidia”.
Il primo “invito”, “la consapevolezza delle meraviglie che il Signore ha operato per la nostra salvezza dispone la nostra mente e il nostro cuore ad un atteggiamento di gratitudine verso Dio, per quanto Egli ci ha donato, per tutto ciò che compie in favore del suo Popolo e dell’intera umanità. Da qui parte la nostra conversione: essa è la risposta riconoscente al mistero stupendo dell’amore di Dio. Quando noi vediamo questo amore che Dio ha per noi, sentiamo la voglia di avvicinarci a Lui e questa è la conversione”.
“Vivere fino in fondo il Battesimo – ecco il secondo invito – significa non abituarci alle situazioni di degrado e di miseria che incontriamo camminando per le strade delle nostre città e dei nostri paesi. C’è il rischio di accettare passivamente certi comportamenti e di non stupirci di fronte alle tristi realtà che ci circondano. Ci abituiamo alla violenza, come se fosse una notizia quotidiana scontata; ci abituiamo a fratelli e sorelle che dormono per strada, che non hanno un tetto per ripararsi. Ci abituiamo ai profughi in cerca di libertà e dignità, che non vengono accolti come si dovrebbe. Ci abituiamo a vivere in una società che pretende di fare a meno di Dio, nella quale i genitori non insegnano più ai figli a pregare né a farsi il segno della croce. Io vi domando i vostri figli, i vostri bambini sanno farsi il segno della Croce? Pensateci”, “gli avete insegnato a farlo, pensate e rispondete nel vostro cuore. Sanno pregare il Padre Nostro? sanno pregare la Madonna, l’Ave Maria? Pensate e rispondete nel vostro cuore. Questa assuefazione a comportamenti non cristiani e di comodo ci narcotizza il cuore!”.
“La Quaresima giunge a noi come tempo provvidenziale per cambiare rotta, per recuperare la capacità di reagire di fronte alla realtà del male che sempre ci sfida. La Quaresima va vissuta come tempo di conversione, di rinnovamento personale e comunitario mediante l’avvicinamento a Dio e l’adesione fiduciosa al Vangelo. In questo modo ci permette anche di guardare con occhi nuovi ai fratelli e alle loro necessità. Per questo la Quaresima è momento favorevole per convertirsi all’amore verso Dio e verso il prossimo; un amore che sappia fare proprio l’atteggiamento di gratuità e di misericordia del Signore, il quale «si è fatto povero per arricchirci della sua povertà». Meditando i misteri centrali della fede, la passione, la croce e la risurrezione di Cristo, ci renderemo conto che il dono senza misura della Redenzione ci è stato dato per iniziativa gratuita di Dio”.
“Rendimento di grazie a Dio per il mistero del suo amore crocifisso; fede autentica, conversione e apertura del cuore ai fratelli: questi sono elementi essenziali per vivere il tempo della Quaresima. In questo cammino, vogliamo invocare con particolare fiducia la protezione e l’aiuto della Vergine Maria: sia Lei, la prima credente in Cristo, ad accompagnarci nei giorni di preghiera intensa e di penitenza, per arrivare a celebrare, purificati e rinnovati nello spirito, il grande mistero della Pasqua del suo Figlio”.