Il Real Madrid Club de Fútbol, storico club di calcio spagnolo e organizzazione tra le più prestigiose dello sport mondiale, modificherà il disegno del proprio scudo per eliminare la croce che sovrasta la corona del proprio simbolo. La decisione è stata presa a seguito di un accordo regionale siglato ieri per la distribuzione del materiale tecnico della squadra in alcuni Paesi del Medio Oriente.
L’accordo, di durata quinquennale e che frutterà alle casse del club spagnolo 50 milioni di euro, è stato siglato con Marka, una società di distribuzione con sede negli Emirati Arabi Uniti. Essa acquisisce così i diritti esclusivi per la produzione, la distribuzione e la vendita dei prodotti a marchio Real Madrid negli Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Bahrein e Oman.
Il business è importante nello sport attuale e così a farne le spese è la piccola croce sulla corona del glorioso stemma. In un’intervista telefonica con la Reuters, Khaled al-Mheiri, vicepresidente di Marka, ha così motivato la decisione: “Dobbiamo essere attenti poiché nella regione del Golfo vi è una forte sensibilità nei confronti di prodotti che hanno impressa una croce”. Le vendite cominceranno a marzo.
Seppur sollecitato per posta elettronica da media e tifosi che chiedevano spiegazioni, il Real Madrid da parte sua non ha ancora rilasciato dichiarazioni. Esso non è nuovo a questo genere di provvedimenti. Una situazione simile si verificò nel 2012 per la costruzione del Real Madrid Resort Island negli Emirati Arabi. Nel 2014 il club spagnolo dispose la rimozione della croce cristiana presente nel proprio marchio qualora questo venisse sfruttato dalla Banca Nazionale di Abu Dhabi, suo partner commerciale. Questo scatenò la reazione di soci e tifosi che protestarono con durezza contro la decisione unilaterale del presidente Florentino Perez. Anche l’opinione pubblica si mosse.
L’associazione cattolica Enraizados lanciò una campagna di raccolta firme per non togliere la croce dallo scudo a causa dell’accordo con gli arabi. Un comunicato dell’associazione affermava: “in un momento in cui i cristiani sono perseguitati in molti paesi in Asia e in Africa, Florentino Perez ha deciso di fare a meno della croce, affinché non saltasse il contratto milionario. Con questa decisione, il Real Madrid volta le spalle agli 800 mila cristiani che vivono negli Emirati Arabi Uniti, il 12,6% della popolazione”. E ancora: “Ma per andare a giocare in una repubblica si dovrebbe forse eliminare il titolo reale dal nome della squadra?”, si chiedevano a Enraizados. “Occorre ricordare che i calciatori musulmani Real Madrid sono soliti giocare con lo scudo con la croce sulle loro maglie, e nessuno di loro ha obiettato mai nulla. Infine, vorremmo anche ricordare al Real Madrid, che la croce è presente sulle bandiere in molti paesi europei i cui governi non la eliminano dalla loro bandiera nazionale quando le delegazioni diplomatiche si trovano in Paesi musulmani”.
Al presente i capitali arabi rappresentano per lo sport europeo un’importante opportunità. Emirates Airlines, con sede a Dubai, è lo sponsor principale del Real Madrid, mentre il club è sponsorizzato anche da IPIC, il fondo di investimento di Abu Dhabi. Il curioso caso del club di Madrid non è l’unico. Si ricorda infatti che l’FC Barcelona ha tolto la croce di San Jordi dal suo scudo per vendere più magliette nei Paesi musulmani e il Paris Saint Germain, squadra francese di proprietà della famiglia reale del Qatar, ha anch’esso cambiato il suo stemma, in cui non compare più il simbolo della culla del suddetto Santo, elemento ritenuto offensivo nel mondo arabo perché associato a una dinastia che ha preso parte alle crociate e simbolo della città di Saint-Germain.
Fonte www.asianews.it