In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Lc 5,27-32
Del peccato mi piace solo che sento la tua voce.
Che mi chiama.
Che mi chiami.
Lasciare tutto.
Una pazzia.
Seguire te.
Una pazzia.
Tu, santo, in casa mia.
Una pazzia.
Tu, seduto alla mia tavola.
Una pazzia.
Io che ti servo tutta la vita.
Una pazzia.
E tu che te ne cibi e disseti.
Una pazzia.
Tu che dici che sei venuto per me.
Una pazzia.
Tutto con te è pazzia.
L’amore è una pazzia.
Tu mi chiami e mi dici di seguirti.
Per portarmi a casa mia.
Tu mi doni la mia stessa vita.
E la abiti.
E la vivi.
Con me.
Di Don Mauro Leonardi