“Il mio corpo mi ha presentato il conto, tutto insieme. Ora sto bene, in veloce recupero. Non avevo mai avuto segnali che qualcosa non andasse, quella che mi ha colpito in questi mesi è stata una tempesta perfetta, violenta e inaspettata. A dicembre, uscendo dalla sala operatoria scherzavo con tutti, perché io il dolore tendo a deriderlo, sminuirlo, per me e per sollevare gli altri. E poi il peggio che puoi fare davanti a queste cose è avere paura. Se hai paura, non coltivi il coraggio, aggiungi pena a pena”.
Così dice Al Bano al settimanale Oggi, che nell’articolo in edicola da domani pubblica un’ampia intervista in cui il cantante parla dell’ischemia che l’ha colpito e molto della sua fede, delle superstizioni contadine (“Fanno parte di un mio dialogo interiore che non scalfisce la mia fede. Fin da piccolo mi hanno insegnato a stare attento anche a ciò che non si vede”), di Satana, della Chiesa.
“Nel mio rapporto con lei ci sono state pagine inaccettabili, come quando mi proibirono di tenere a battesimo il figlio di amici perché divorziato.
La mia Chiesa è basata sul perdono, non concepisco che si impedisca a qualcuno di fare il buon cristiano per qualcosa che, come nel mio caso, ha subìto. Per fortuna Papa Francesco in questo senso sta facendo grandi aperture”, aggiunge.
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Al Bano parla anche della crisi religiosa che patì dopo la tragica scomparsa della figlia Ylenia: “Era tutto così ingiusto, troppo grande il dolore. Mi sono allontanato da Dio, ma mi sono accorto subito che così stavo male due volte, senza il conforto della preghiera, che unisce sempre a Lui”. E aggiunge: “Nelle ore più nere mi è capitato di sentire la presenza di Satana, tangibile.
Ogni volta, per difendermi, iniziavo a segnarmi con la croce e pregare, finché non lo sentivo allontanarsi… Ogni tanto mi ricapita.
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E ogni volta combatto segnandomi col segno della croce. Non so se faccio bene a raccontare queste cose, ma sono successe, succedono, e io ho sempre vissuto senza nascondere nulla di quel che mi accade e penso”.
di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys