Italiae et Ecclesia

A Cannobio si celebra il miracolo della Sacra Costa. Quando l’immagine di Gesù trasudò

Oggi – lunedì 7 gennaio – Cannobio si vestirà di luci con migliaia di lumini a rischiarare la case e le strade.

Sono i colori che accompagnano la tradizionale commemorazione del miracolo della Sacra Costa, quando una tavoletta appesa in una locanda e raffigurante la Deposizione di Cristo trasudò ripetutamente sangue e acqua, con la fuoriuscita anche di una minuscola costicina.

L’evento risale all’8 gennaio di 497 anni fa, ma in base alla liturgia ambrosiana, tuttora fedelmente praticata a Cannobio e nell’Alto Verbano, la festa è iniziata con il vespro del giorno precedente.

Quindi una messa solenne, presieduta dal vicario generale della diocesi, monsignor Fausto Cossalter, sarà celebrata oggi alle 17. La cerimonia è sempre seguita da un migliaio di fedeli che gremiscono la collegiata del borgo. Al termine della liturgia c’è il momento più emozionante, quando il reliquiario della Sacra Costa viene calato lentamente dall’alto della chiesa come una stella illuminata che trafigge il buio del tempio, le cui luci restano spente. Il tutto mentre la civica filarmonica esegue le note solenni e maestose dell’inno del miracolo. Un fremito di commozione generale.

Seguirà la processione al santuario sul lungolago, costruito per volere di San Carlo nel luogo dove c’era l’osteria del miracolo. Alla sfilata, animata da fiaccole e  canti, fanno corona migliaia di persone con l’accompagnamento di una piccola flottiglia di barche, pure illuminate.

Lo spessore religioso della ricorrenza si coniuga con la tradizione gastronomica che impone da sempre una cena a base di luganighe, lo stesso menù che si dice fosse stato predisposto quella sera del 1522 nell’osteria degli Zaccheo.

Data la numerosa affluenza anche dal Canton Ticino, è necessaria la prenotazione nei ristoranti. Il programma delle celebrazioni proseguirà martedì 8 con la messa alle 10,30 nel santuario e con i vespri ambrosiani alle 15, presieduti da padre Giancarlo Julita e seguiti della processione di ritorno nella collegiata di San Vittore.

di Teresio Valsesia per La Stampa on line

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