A tutti quelli che si scandalizzano per la parata militare del 2 giugno, vorrei dire che anch’io sono contro l’uso non legittimo delle armi. Pensate ai mercenari (molto attivi nei paesi sconvolti dalle guerre), e agli assassini quanto dolore provocano quando uccidono gli innocenti. E’ strano: quelli chi si scandalizzano dei militari, quando sono in pericolo di vita, o in altre situazioni particolari, chi chiamano per essere difesi? I carabinieri, la polizia… e guai se arrivano in ritardo! Altrimenti alimentano polemiche senza fine. Ma le forze armate come ci difendono? Con le armi, le quali non sono per i servitori dello stato, giocattoli da usare per offendere, ma sono necessari per difendere i più deboli. Con questo non voglio esaltare l’uso delle armi! Anzi deploro il commercio clandestino che ogni giorno miete milioni di vittime, in sintonia con quello che ha dichiarato Papa Francesco nel suo pellegrinaggio in Terra Santa: “tutti parlano di pace, tutti dichiarano di volerla, ma purtroppo il proliferare di armamenti di ogni genere conduce in senso contrario. Il commercio delle armi ha l’effetto di complicare e allontanare la soluzione dei conflitti, tanto più perché esso si sviluppa e si attua in larga parte al di fuori della legalità”. Tante volte sono usate dai bambini per uccidere i loro simili. Con quale coraggio gli adulti addestrano i minori per fare la guerra e le missioni più sporche? Hanno una coscienza? Che tristezza! “Anche oggi -grida Papa Francesco-, piangono i bambini, piangono molto, e il loro pianto ci interpella. In un mondo che scarta ogni giorno tonnellate di cibo e di farmaci, ci sono bambini che piangono invano per la fame e per malattie facilmente curabili. In un tempo che proclama la tutela dei minori, si commerciano armi che finiscono tra le mani di bambini-soldato; si commerciano prodotti confezionati da piccoli lavoratori-schiavi. Il loro pianto è soffocato: devono combattere, devono lavorare, non possono piangere!”.
E’ necessario fare una distinzione importante: l’uso illegittimo delle armi e il conseguente arricchimento di pochi dalla vendita delle stesse. Con tutto quello che di marcio e deprecabile gira attorno al profitto economico. Tutto ciò calpesta qualsiasi forma di diritto etico-umano!. L’uso legale a cui si riferisce il Papa è devoluto secondo la Costituzione ai militari, i quali hanno il mandato di usarle per il bene e la protezione dei più deboli. Certo non è l’ideale. La normalità a cui tutti aspiriamo è quella pace promessa dal Signore a tutti gli uomini di buona volontà. Quando verrà realizzata? e’ una domanda a cui non è semplice rispondere. C’è una contraddizione che mi lascia perplesso: i moralisti tuttologi, dimenticano un’altra guerra combattuta nelle coscienze con le armi della menzogna, di cui sono i difensori più accaniti. Forse uccidere una vita nascente non è altrettanto inumano che uccidere i fratelli con le armi? Sopprimendo una vita, si brucia il futuro dell’umanità. Con altri strumenti civili e progrediti in tanti ospedali del mondo si consuma, la guerra più sanguinosa: l’aborto. Come mai non ne parlano? Forse è considerata una guerra legittima?
Ecco perché sono contro l’aborto, che sopprime tante vite umane, come e forse più della guerra…. E’ il genocidio silenzioso più violento consumato sotto gli occhi compiacenti dell’umanità. Forse il feto non è indifeso dagli attacchi dei più forti? I prepotenti si accaniscono contro gli inermi, senza pietà, in nome della libertà di scelta? Certamente il lavaggio del cervello mediatico foraggiato dalle lobby abortiste -le quali guadagnano milioni di dollari dagli aborti-, ha fatto credere all’opinione pubblica che l’orrenda pratica dell’omicidio infantile, è un diritto civile delle donne. Deve essere la coscienza a stabilire se tenere o meno un bambino! E’ possibile arrivare a tanto? E’ una guerra terribile, psicologica. Diceva Regan: “tutti quelli che sono favorevoli all’aborto, sono tutti nati”. Immaginate se le loro mamme li avessero abortiti… La vita non è un diritto acquisito, ma un dono della natura e per chi crede una carezza di Dio verso l’umanità. Concludo con le parole di Richard Thomas Gerber: “l’ultima battaglia non sarà combattuta in un campo, ma nella mente degli uomini”. di DonSa