GAZA – Ammazzano, ammazzano, ammazzano senza tregua, senza pietà, sordi ai richiami del Papa, dell’Onu, del mondo. Israele è impazzito di ferocia terribile, senza precedenti. Ho già parlato di Shoah palestinese e di Olocausto (e mi hanno dato subito di antisemita e non me ne importa niente).
E’ drammatico il bilancio della giornata a Gaza, che parla di decine di vittime nella scuola gestita da un’ente dell’Onu. Altri 100 palestinesi sono stati uccisi nel sedicesimo giorno dell’offensiva militare israeliana contro Gaza, portando ad almeno 718 il bilancio complessivo delle vittime palestinesi, in gran parte civili, secondo i servizi di soccorso locali. Sull’altro fronte, secondo l’esercito israeliano, sono morti 32 soldati, in gran parte durante i combattimenti a Gaza.
Nello sgomento generale, a fine serata, questa dichiarazione: “Sono sconvolto dalla notizia dell’attacco alla scuola Unrwa nel nord della Striscia di Gaza”: lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon sottolineando che tra le vittime ci sono donne, bambini, e membri dello staff delle Nazioni Unite. E poi “Non sappiamo chi abbia attaccato la scuola dell’Unrwa a Gaza”: lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq, parlando con i giornalisti. In una nota aveva affermato che “le circostanze dell’attacco non sono ancora chiare”.
Ma nell’inferno della morte di Gaza, il Signore Iddio, Unico vero Giusto del tempo e della storia, ancora crea.
Leggiamo insieme il bellissimo articolo di speranza, scritto da Corrado Paolucci di Aleteia. Merita veramente un premio!
Il miracolo della bimba di Gaza nata sotto le bombe di Israele
La corsia maternità è piena di donne come Sena Alissa. Le infermiere spiegano che durante i raid aerei il numero di aborti e complicazioni legate al parto aumenta vertiginosamente…
La corsia maternità è piena di donne come Sena Alissa. Le infermiere spiegano che durante i raid aerei il numero di aborti e complicazioni legate al parto aumenta vertiginosamente, a causa di paura, stress e impossibilità di raggiungere gli ospedali. Ma Batoul, la bambina di Sena, nasce e grazie a Dio sta bene. A raccontare questa incredibile storialanciata da Aleteia, è Sophia Jones, corrispondente di Huffington Post in Medio Oriente, riportata dalla medesima testata l’11 luglio.
Batoul è viva
Il nome della bimba è di origine arabica e significa “intatta”, “salva”, “intoccata”. Sena Alissa lo ha scelto per la sua creatura, nata a Gaza sotto il fragore incessante delle bombe. Un piccolo-grande miracolo, dove la vita “grida” con tutta la voce che ha. Grida contro la paura, la violenza del nemico e il terrore dei missili. Grida perché sa che alla fine la morte non prenderà il sopravvento.
La storia di Batoul ha inizio la notte del 10 luglio quando mamma Sena entra in travaglio prematuramente durante uno dei tanti raid israeliani sulla Striscia. Fino al mattino nessuna ambulanza né automobile la porta in ospedale in condizioni di sicurezza. Poi, alle prime ore del giorno, la corsa verso la clinica più vicina dove mamma e figlia vengono accolte.
A Gaza serve tutto
Nei primi quattro giorni dell’operazione militare israeliana Protective Edge le vittime tra i palestinesi sono circa un centinaio; oltre seicento i feriti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello: servono aiuti finanziari urgenti al ministero della Salute palestinese. A Gaza serve tutto: servono medicine, dispositivi medici e carburante per gli ospedali, che già scarseggiano, mentre cresce il debito sanitario. Il servizio sulla bambina nata a Gaza è di Corrado Paolucci per www.aleteia.org