Nel quadro delle iniziative a sostegno della Vita nascente, l’agenzia Zenit, porta a conoscenza dei lettori l’importanza svolta dai Centri di Aiuto alla Vita. “Ogni donna incinta porta in grembo una gemma. È con questa consapevolezza che i Centri d’Aiuto per la Vita si adoperano per aiutare coloro le quali, a causa di una condizione di difficoltà, potrebbero cedere alla tentazione di dissipare questo prezioso dono. Vent’anni fa è nato così il Progetto Gemma, servizio d’adozione prenatale a distanza che interviene per evitare il ricorso all’aborto quando alla radice di questa tragica soluzione c’è un problema economico”.
Di seguito il link dell’articolo per chi vuole approfondire l’argomento: http://www.zenit.org/it/articles/ogni-bimbo-in-arrivo-e-una-gemma-di-speranzaIl sito web del gazzettino.it, riferisce la storia commovente di una mamma. La donna saputo l’esito dell’ecografia, nel quale si evidenziava un problema su uno dei gemelli, ha preferito non abortire: “Impossibile selezionare la vita nascente. Impossibile separare la felicità. Impossibile rimanere fino al nono mese di gestazione con in pancia una speranza dimezzata. Madre di tre figli rimane incinta per la quarta volta. Di due gemellini. Attraverso l’amniocentesi effettuata all’ospedale di Padova, scopre che uno dei due è affetto dalla sindome di down. Profondamente spaventata da questa anomalia cromosomica una donna, residente in un comune dell’hinterland, quella sindrome se l’è sentita cadere addosso come un macigno: in genere associata a un ritardo nella capacità cognitiva e nella crescita fisica e a un particolare insieme di caratteristiche del viso, il down ha un quoziente medio di intelligenza ridotto e un ritardo nell’apprendimento mentre la disabilità è molto variabile, tra il poco e il moderatamente. Choccata dalla notizia, la signora intorno ai quarant’anni d’età, accompagnata dal marito ha chiesto ai ginecologi della Clinica ostetrica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova di compiere un aborto, per così dire, mirato: far sopravvivere nel suo grembo il solo gemellino sano. Operazione ad altissimo rischio, le hanno risposto gli specialisti perchè il feto in salute dovrebbe rimanere fino al termine della gravidanza accanto al feto morto. Tecnicamente impossibile espellerne uno solo, e comunque la convivenza in pancia risulterebbe tossica anche per il feto sopravvissuto, che risentirebbe della tragica fine del fratello. In pratica, per lui l’esperienza non sarebbe indolore pur se non ancora venuto al mondo. I medici lo hanno spiegato alla coppia con professionalità e delicatezza, dicendo che l’unione fa la forza e i tre figli grandi avrebbero aiutato i due gemellini, soprattutto quello più fragile e indifeso, a farsi forza e integrarsi, offrendogli un contesto meraviglioso intessuto di vicinanza e affetto vero. Parole così toccanti, accompagnate dall’esperienza clinica, che la donna ha deciso di tenere entrambi i gemellini, facendoli crescere fino al termine della gestazione di quaranta settimane. Poco tempo fa sono nati due maschietti. Il parto è avvenuto in un ospedale del Vicentino. Una volta dimessa, la signora ha mandato un messaggio di ringraziamento ai ginecologi di Padova. «Senza di voi, adesso in famiglia non saremmo in sette. Ed è giorno dopo giorno un’esperienza davvero bellissima. Avevate ragione voi». a cura della Redazione Papaboys
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