Il canadese Steve ci ha raccontato la sua triste gioventù: “A quattordici anni ho conosciuto per la prima volta l’alcool e la droga. Mi trovavo molto spesso “in viaggio“. Dovevo rubare per riuscire a comprami la roba. Ho condotto per cinque anni questa vita disordinata, che mi nauseava sempre più. I miei genitori mi raccontavano spesso degli straordinari avvenimenti di Medjugorje. Vi organizzavano dei pellegrinaggi e mi chiesero di andare con loro. Per molto tempo mi opposi perché non mi interessava. Poi mi venne voglia di andare a Medjugorje e così la nostra famiglia partì per la Croazia.
Quando arrivammo a Medjugorje, rimasi molto colpito dalla semplicità della gente. Sentivo chiaramente che lì le persone erano felici e così mi unii a loro. Non conoscevo preghiere, ma imparai presto a pregare. Rimasi sorpreso quando mi accorsi che non mi restava difficile pregare. Il 15 settembre salii con un gruppo di pellegrini sulla Collina della Croce.
Ad ogni stazione della Via Crucis ci si fermava a pregare. Facevo tutto quello che facevano gli altri. Alla dodicesima stazione cominciai a piangere, ma io stesso non ne sapevo il motivo. Piangevo come un bambino. All’improvviso sentii un pellegrino del nostro gruppo che diceva:
“Qualcuno di noi è stato guarito dalla droga. Dio ha fatto vivere a quest’uomo una conversione straordinaria“.
Quando sentii queste parole, provai una profonda pace ed una grande gioia. Subito cominciai a ringraziare Dio per le Sue grazie. In questo luogo ho vissuto la mia conversione, qui Dio è entrato nella mia vita. Solo più tardi ho saputo dell’importanza della dodicesima stazione. Gesù è venuto a morire per i nostri peccati affinché noi possiamo vivere. Gesù è veramente morto per me, per liberarmi dai miei peccati. Ho compreso che a Medjugorje mi è stata donata una seconda vita. Il mio cuore si è aperto a Dio e la mia fede è divenuta sempre più viva.
A Medjugorje mi sono confessato, poi ho sentito la vicinanza della Madonna. Ho sentito di essere amato. Continuamente mi veniva in mente che dopo il mio ritorno avrei dovuto dare un taglio netto alla vita condotta fino a quel momento. Avrei dovuto rinunciare a persone che prima per me significavano molto. Ho perso la mia ragazza, perché non potevo più convivere con lei come prima senza offendere Dio. Questo è stato un duro colpo per me. Sempre più chiaramente capivo che bisogna vivere secondo i comandamenti di Dio. Ho il desiderio di diventare sacerdote. Dio ha compiuto miracoli nella mia vita. Voglio fare ciò che Lui vuole e vivere unicamente nella Sua grazia. Ringrazio Dio per ciò che ha fatto e ancora farà per me”.
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