Sul piedistallo è scritto: “ Sv. Leopold B. Mandić 1866 -1942 Ispovjednik”. Le due lettere Sv. significano Sveti, cioè Santo, mentre l’ultima parola: Ispovjednik, significa Confessore.
Questa statua dedicata a San Leopoldo, come altre opere, presenti a Medjugorje, fu realizzata da Carmelo Puzzolo nel 1989. Collocata su un piedistallo, la statua in bronzo è alta quanto era alto padre Leopoldo: un metro e quaranta (scarso).
L’artista l’ha voluto rappresentare in piedi, con le mani che tengono e mostrano la corona del rosario. Benedette mani! Mani che assolsero migliaia di peccatori, e che vengono rappresentate con il rosario in mano, perché mediante la fiducia e la preghiera a Maria giungevano le grazie di conversione e di cambiamento.
Maria aiuta a fare una bella confessione, e dona saggezza e comprensione ai confessori. Il Rosario è una via che ci prepara al pentimento.
San Leopoldo Mandić, viene ricordato dalla Chiesa il 12 maggio, giorno in cui era nato. Il 16 ottobre del 1983, papa Giovanni Paolo II° lo proclamò santo.
Una data da non dimenticare quella, perchè in quel giorno che padre Leopoldo veniva canonizzato, il Papa fece la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria.
Confessore lo aveva semplicemente definito papa Woityla, durante la sua canonizzazione. Padre Leopoldo sapeva solo confessare, e lo fece benissimo.
Ci sono persone che sono piccoli agli occhi della gente, ma possono divenire grandi e graditi agli occhi di Dio, facendo bene le piccole cose, senza fare tanto reclame, senza essere famosi, senza girare il mondo, ma restando nella loro casa, o nelle loro infermità.
Padre Leopoldo era un umile fraticello, vissuto per molti anni a Padova, in una stanzetta del Convento dei Cappuccini, dove restava per ore ad accogliere le persone che andavano da lui per confessarsi.
Non aveva grandi doti per essere ammirato od apprezzato. Era piccoletto: di statura misurava un metro e quaranta centimetri. Non andava bene nemmeno come predicatore: infatti era balbuziente.
Non venne nemmeno mandato in missione, benché lo desiderasse tanto, perché era malaticcio, fragile di costituzione.
Eppure, visse fino a 86 anni, e per 52 anni svolse il suo ministero di confessore, dedicando oltre 12 ore al giorno per le confessioni.
Lo faceva con umiltà, accoglieva con il sorriso, restava in ascolto con modestia; comprendeva, perdonava, consigliava da esperto padre spirituale.
Durante la confessione teneva lo sguardo rivolto al crocifisso, come ad implorare perdono, e nelle mani teneva la corona del Rosario, che faceva scorrere nelle brevi pause tra una confessione e l’altra.
BOGDAN
Il suo nome, prima di diventare frate, era Bogdan Ivan. Tutti sappiamo che Ivan in italiano corrisponde a Giovanni. Bogdan, invece, significa “Dato da Dio”.
Corrisponde, quindi, al nostro Donato, o Adeodato. Il nome con cui fu battezzato corrispose veramente alla sua vita: appartenne a Dio, Dio lo aveva donato alla famiglia, e lui si era donato a Dio, servendolo come frate sacerdote.
Era conosciuto non solo a Padova, ma anche in tutto il Veneto e ben oltre. Era un croato, nato in Dalmazia, per la precisione, presso Castelnuovo di Cattaro, nell’attuale Montenegro.
All’età di 16 anni entrò in convento, a Udine, perché desiderava farsi frate, e a 18 anni divenne frate, a Bassano del Grappa, cambiando il suo nome, scegliendo Leopoldo.
A quel tempo la Provincia Francescana di Venezia comprendeva un ampio territorio, che si estendeva non solo nel Veneto e nell’attuale Friuli, ma anche nelle varie città costiere della Dalmazia.
E la Dalmazia meridionale arrivava fin laggiù. È per questo che svolse la sua missione in Veneto, soprattutto a Padova. Ed è per le sue origine croate che in Croazia è tanto amato.
San eopoldo Mandić e Padre Pio, sono i santi protettori dei confessori perché svolsero la loro missione sacerdotale soprattutto nel sacramento della confessione.
Quando a Medjugorje andiamo a confessarci e passiamo davanti a Padre Leopoldo, sostiamo un attimo, per chiedergli di aiutarci a fare una bella confessione, per una rinascita spirituale, e vedremo che lui ci fa segno, ci indica la corona del rosario, e ci accompagna con la sua preghiera.
La Madonna in molti suoi messaggi parla del gran valore della confessione, in particolare nel messaggio del 6 agosto 1982, dice:
“Bisogna esortare la gente a confessarsi ogni mese, soprattutto il primo venerdì o il primo sabato del mese.
Fate ciò che vi dico! La confessione mensile sarà una medicina per la Chiesa d’occidente.
Se i fedeli si confesseranno una volta al mese, presto intere regioni potranno essere guarite.”
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