Creare una “ri-costituente antropologica della famiglia” e un “piano europeo anti-gender”. Questo l’obiettivo che si propone l’associazione Manif pour tous, riunita oggi al Teatro Adriano di Roma nell’evento “Generazione Famiglia”.
Una mattinata di dibattiti su gender, famiglia naturale e filiazione, che arriva dopo il successo della manifestazione del 20 giugno scorso a Roma, quando scesero in piazza centinaia di migliaia di persone. Il servizio di Michele Raviart:
Insieme contro l’ideologia gender, l’equiparazione di unioni civili tra persone dello stesso sesso al matrimonio e l’introduzione di pratiche procreative come l’utero in affitto. Tre attacchi alla famiglia naturale, come spiega Filippo Savarese, portavoce di “Manif pour tous” e “Generazione Famiglia”:
“Tutti i bambini hanno diritto ad avere un papà ed una mamma perché tutti nasciamo da un uomo ed una donna. Questa verità elementare oggi è messa in discussione, se non negata, da progetti di legge che minano l’istituto del matrimonio che riconosce la famiglia e riconoscendo la famiglia favorisce il diritto dei bambini ad avere un papà ed una mamma”.
Riunendo i contributi di personalità del mondo della cultura, della scienza e dell’economia l’obiettivo è quello di creare un movimento laico il più ampio possibile contro le politiche che minano il ruolo sociale della famiglia. In particolare, contro la teoria gender dell’indifferenziazione tra maschio e femmina e la sua introduzione nelle scuole, il consenso è trasversale. Ne è un esempio la testimonianza del filosofo e scrittore Diego Fusaro, studioso di Marx e Gramsci e professore all’università San Raffaele di Milano:
“Le teorie gender sono le ideologie, nel senso marxiano, con cui si presenta come naturale ciò che invece naturale non è per nulla. In particolare, l’ideologia gender serve a negare l’identità di uomo e donna, presentandole come una scelta puramente culturale, rimuovendo l’elemento biologico a favore di quello puramente sociale. In questo modo l’ideologia gender neutralizza l’idea di natura umana e quindi una possibile resistenza al mondo del tecnocapitalismo, perché se non c’è la natura umana non è nemmeno più possibile dire che la natura umana è offesa e mortificata. Camus ne ‘L’uomo in rivolta’, lo aveva scritto già in maniera molto chiara: ogni forma di dominio oggi, tende a rimuovere l’idea di natura umana, perché essa costituisce la fonte di una possibile rivolta”.
Manif pour tous nasce nel luglio 2013 per promuovere la libertà della famiglia in opposizione al progetto di legge sulle unione civili. Un movimento che conta ormai 80 circoli in tutta Italia, sulla scia di altre esperienze simili in tutta Europa. Ludovine De La Rochére, presidente di Manif pour tous Francia:
“Petit à petit les associations partout dans les pays d’Europe …
Piano piano nei Paesi europei e nel mondo vengono create o si sviluppano associazioni per agire contro l’ideologia del gender in quanto rappresenta il fondamento di tutti gli interrogativi che oggi vengono posti sull’identità dell’uomo e della donna, sulla coppia uomo – donna, il matrimonio, sulla filiazione. Questa ideologia ha delle conseguenze molto gravi. Piano piano le associazioni si sviluppano e cominciano a lavorare insieme e – come dite voi – si sta preparando il fronte”.
Una chiamata alla mobilitazione, che prevede l’organizzazione di quello che è definito come un “D-day del popolo delle famigle” nato in piazza S.Giovanni a Roma il 20 giugno scorso. Ancora Filippo Savarese:
“Lanceremo tre grandi operazioni: il coordinamento nazionale anti-gender, cioè una rete sparsa su tutto il territorio italiano che metta in contatto le famiglie che vogliono proteggere i loro figli da questa ideologia antiscientifica; dopo di che lanceremo l’operazione ‘Caro ministro’, ovvero manderemo decine di migliaia di raccomandate al Ministero dell’istruzione per chiedere che l’ideologia gender esca definitivamente, una volta per tutte, dalle scuole dei nostri figli e dei nostri nipoti. Infine, lanceremo la Giornata nazionale per il diritto di priorità educativa della famiglia, inviteremo tutte le famiglie che si sono iscritte o accreditate al coordinamento nazionale anti-gender a non mandare i loro figli a scuola il prossimo 4 dicembre, non certo in polemica con la scuola, che è nostra alleata, ma come un simbolo per significare che sulla materia dell’affettività, della sessualità e su quello che riguarda l’ambito morale viene prima la famiglia”.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)