Un’immagine shock per scuotere le coscienze dall’indifferenza: venerdì 29 aprile, alle 20, il marmo candido della fontana di Trevi sarà colorato di rosso, con un fascio di luce, per ricordare il sangue dei martiri cristiani perseguitati in tante regioni del mondo. E proprio il sangue è il simbolo dei cristiani in Siria: a testimoniarlo è il vescovo caldeo di Aleppo, monsignor Antoine Audo, che venerdì sarà in prima fila, davanti alla celebre fontana romana, per partecipare alla veglia promossa dalla sezione italiana dell’associazione Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) per «squarciare il velo di silenzio».
Il vescovo siriano prenderà la parola per raccontare la gravità della situazione e denunciare energicamente le inerzie dei potenti. Davanti alla fontana color rosso sangue, monsignor Audo chiederà a gran voce di fare presto perché la sua gente in Siria sta soffrendo e scappando per scampare a morte certa. Eppure, sotto le bombe e nella precarietà più assoluta, il pastore caldeo mantiene ferma la speranza. Ad alimentarla — confida in un’intervista ad Arturo Celletti pubblicata giovedì 28 dal quotidiano «Avvenire» — è stato anche un anziano mendicante musulmano che, fuori dalla porta di una chiesa cattolica di Aleppo, lo ha fermato per dirgli: «Adesso sappiamo chi sono i cristiani. Sono figli di un Dio vero. Non sono falsi». Una storia, solo apparentemente «piccola», per ricordare di sperare contro ogni speranza. La Chiesa che è in Italia non ha fatto mancare la propria adesione all’iniziativa. «Imporporare la fontana di Trevi — scrive il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale — sarà l’occasione per offrire a tutti un segno della presenza, ancor oggi, del martirio, e per innalzare al Signore una preghiera a favore dei cristiani perseguitati e di tutti coloro che sono oppressi, nell’auspicio che un’accresciuta sensibilità su questo tema porti, in tanti, frutti di impegno e attivo coinvolgimento». Nel messaggio inviato per l’occasione all’Acs, il cardinale Bagnasco invita a «pregare e agire per i cristiani e con i cristiani che in ogni parte del mondo soffrono a causa dell’incomprensione, dell’odio e della persecuzione». Oltretutto, conclude, la fontana di Trevi «nella sua architettura e nelle sue composizioni, offre una raffigurazione del mare: simbolo della globalizzazione, poiché congiunge tutte le parti del pianeta», e al tempo stesso «della migrazione di tanti fratelli che attraverso il mare cercano salvezza e speranza». A motivare la scelta di compiere un atto dal forte contenuto simbolico è il presidente internazionale di Acs, il cardinale Mauro Piacenza — che interviene alla veglia — facendo presente come da Roma si alzerà «una voce scomoda, profetica, che provoca e incita a fare l’unica cosa necessaria: dar da mangiare all’affamato di pane e giustizia, vedendo in esso Gesù». Per il cardinale è decisivo pregare e agire «affinché i cuori della gente si aprano per asciugare le “lacrime di Dio” dovunque egli pianga; si educa ad amare anche gli stessi persecutori e a comprendere la Chiesa come corpo». Le parole di Gesù, del resto, sono chiare: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Giovanni, 15, 20). Ecco perché «finché ci saranno dei cristiani ci saranno anche dei perseguitati, poveri e indifesi». Da parte del porporato arriva, dunque, l’invito a fare «memoria del sangue dei martiri cristiani, versato per la violenza degli uomini e il peccato nel mondo: come sostiene Papa Francesco, anche il silenzio e l’omertà sono peccato». Ma siamo anche «consapevoli che questo sangue è assunto da Cristo e trasformato dalla sua divina potenza in opera di salvezza poiché, associato alla passione redentrice dell’unico Salvatore, diviene espiazione vicaria». «In questi ultimi decenni — è la chiave di lettura suggerita dal cardinale — giustamente impegnati nel prezioso tessuto del dialogo interreligioso e interculturale, abbiamo cercato varie strade per incontrare l’altro: qualcuno ha sostenuto che si potesse essere cristiani anonimi; altri che il cristianesimo fosse una delle possibili vie, e non “la” via per incontrare Dio».
Però, conclude la sua riflessione, «umilmente ritengo che i martiri cristiani, e con essi tutti i cristiani, esercitino una vera e propria espiazione vicaria per Cristo, con Cristo e in Cristo, a favore di tutti gli uomini», poiché «il cristianesimo ha una dimensione strutturalmente martirologica che, lungi dall’annientarne l’effetto e la forza, lo irrobustisce e lo rende ancora più fecondo di fede, di amore e di futuro». Durante la veglia davanti alla fontana di Trevi, saranno rievocate alcune storie di martirio contemporaneo particolarmente significative. Testimoni diretti ricorderanno Shahbaz Bhatti, ucciso in Pakistan nel 2011; don Andrea Santoro, assassinato in Turchia nel 2006; le quattro missionarie della Carità trucidate a marzo nello Yemen e gli studenti dell’Università di Garissa massacrati lo scorso anno in Kenya. Tra gli altri, saranno presenti il commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, e il presidente della sezione italiana di Acs, Alfredo Mantovano. Significativamente anche il presidente del Senato italiano, Pietro Grasso, ha fatto sentire la propria voce: «Rigettiamo l’uso perverso della religione e di qualsiasi ideologia per giustificare la violenza, sollevando un grido di condanna e di denuncia contro le persecuzioni, ma anche di coraggio nel rivendicare la propria identità di credenti» ha scritto in un messaggio all’Acs. La veglia di venerdì si concluderà con la recita della preghiera di Pio XII per la Chiesa perseguitata. Poi, per tutta la notte, verranno proiettate immagini della persecuzione anticristiana sul marmo della fontana di Trevi “colorata” con il sangue dei martiri cristiani.
Redazione Papaboys (Fonte L’Osservatore Romano, 29 aprile 2016)
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