R. – Oggi il rischio è quello di partecipare a riti di massa. Noi riteniamo invece che l’esperienza cristiana, in forza della sottolineatura della dignità di ogni persona, evidenzia anche la differenza; la differenza percepita come ricchezza. L’eguaglianza è stata vista come egualitarismo e quindi non si parla più di merito, di diversità, di talenti. Oggi, sembra invece, che per rispondere ai numerosissimi bisogni noi dobbiamo andare a cercare le differenze che diventano veramente una ricchezza.
D. – Come si articolerà per grandi linee il festival? Quali saranno i momenti salienti?
R. – Il festival ha due momenti importanti. Il primo, all’interno di una fiera – “Job Orienta” – dove noi presenteremo degli stand con degli imprenditori che fanno vedere ai ragazzi come hanno lavorato e mostrano i prodotti del loro lavoro. Quindi una capacità di intraprendere tenendo fede e rispettando la dimensione etica. I ragazzi quindi vedono come si lavora e come si è lavorato bene. Il secondo aspetto importante è la parte più convegnistica dove vengono trattati temi abbastanza diversi ma sempre rilevanti a livello sociale, come ad esempio la fiscalità, il modello cooperativo, la mutualità, l’incontro con il mondo della sanità, il mondo della pubblica amministrazione e l’ipotesi che richiede oggi davvero uno scatto di intelligenza: l’ipotesi di un nuovo welfare.
D. – Quale contributo può dare alla Dottrina sociale della Chiesa un Papa come Papa Francesco?
R. – Mi sembra che la Dottrina sociale ce l’abbia dentro! Quando si muove, quando parla si sintonizza con le persone ancor prima dei contenuti. La Dottrina sociale fondamentalmente è sintonizzarsi con le persone per cogliere il bisogno e responsabilizzarci per dare una risposta. Papa Francesco fa questo. Quindi lui è la figura che meglio, secondo me, traduce visivamente, ancor prima di una definizione, i concetti della Dottrina sociale, perché è l’incontro diretto con una persona, tra l’altro, senza preamboli, premesse e condizioni. La sua diventa quindi un’esperienza accessibile percepita come persona che siamo fortunati di conoscere. Credo che la società cambia così, se io incontro delle persone e dico: “Sono fortunato ad averle incontrate”. Questo per me è Papa Francesco.