Il noto miracolo di San Filippo Neri accadeva proprio oggi
Ogni anno, il 16 marzo, vi è la commemorazione dell’evento straordinario di San Filippo Neri ed è possibile visitare la stanza ove il fatto avvenne, ora trasformata in cappella.
LA STORIA – Il 16 marzo 1583, accadeva quello che viene ricordato come il miracolo di San Filippo Neri. Paolo, figliolo del principe Fabrizio Massimo, era gravemente malato da molti giorni e in grave pericolo di vita, ma durante la malattia fu assistito ogni giorno da Filippo. Tuttavia, il giorno in cui Paolo morì, il santo toscano non era presente perché stava celebrando la Messa.
LEGGI ANCHE: La supplica per ottenere l’aiuto e l’intercessione da Filippo Neri: il santo della gioia
Questi arrivò tardi, il ragazzo era già morto, ma Filippo si accostò al suo petto, sul corpo esanime di Paolo, gli mise una mano sulla fronte, e con il tremito soprannaturale che caratterizzava la sua preghiera, invocò Dio intensamente, per qualche minuto, cospergendolo di acqua benedetta, accostandoselo al petto e chiamandolo per nome.
In quel momento, Paolo riaprì gli occhi, parlò per alcuni minuti con Padre Filippo, e stretto tra le sue braccia, dopo aver risposto con voce forte alla domanda del Santo che gli chiedeva se desiderasse andare in cielo a rivedere la mamma e le sorelle, si riaddormentò nel sonno della morte.
Ogni anno, dunque, il 16 marzo vi è la commemorazione dell’evento ed è possibile visitare la stanza ove il fatto avvenne, ora trasformata in cappella.
(Fonte www.fremondo.com – Barbara Serafini)
IL SANTO – Filippo Romolo Neri è stato un presbitero, educatore e attivista italiano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Radunò attorno a sé un gruppo di ragazzi di strada, avvicinandoli alle celebrazioni liturgiche e facendoli divertire, cantando e giocando senza distinzioni tra maschi e femmine, in quello che sarebbe, in seguito, divenuto l’Oratorio, ritenuto e proclamato come vera e propria congregazione da papa Gregorio XIII nel 1575. Per il suo carattere burlone, fu anche chiamato il «santo della gioia» o il «giullare di Dio».