Ad Aleppo un missile colpisce una scuola di francescani. Fra Patton: non andremo via

“E’ il momento della preghiera e del digiuno per la Sira. I franti rimarranno vicino a chi ha bisogno”. Così fra Francesco Patton Custode di Terra Santa commentando la tragica notizia, diffusa oggi, di un missile che ieri pomeriggio ha centrato un collegio dei francescani ad Aleppo uccidendo una donna e ferendo altre due persone anziane.

Gli ospiti avevano trovato rifugio nella struttura in seguito alle guerra nel Paese o per difficoltà personali. La Scuola, precisa una nota della Custodia, era considerata, fino ad ora, uno dei pochi posti sicuri della città. Ed era stata adattata a luogo di accoglienza. Al microfono di Massimmiliano Menichetti per Radio Vaticana lo stesso fra Francesco Patton:

R. – Ho cercato di mettermi in contatto con i frati che vivono lì ad Aleppo, al “Terra Santa College”. Sono riuscito ad avere il contatto non per telefono, perché era impossibile a causa delle linee interrotte, ma attraverso posta elettronica. I frati hanno confermato che una signora anziana, che era lì ospite, è stata uccisa; c’è poi un’altra persona ferita grave, e un’altra ancora meno grave. I frati stanno bene. Naturalmente, le persone sono tutte impaurite e spaventate. È un momento di profondo dolore. Sono persone che erano lì assistite dalla San Vincenzo; non sono rifugiati, ma persone che si trovano anche in difficoltà per motivi di età e di salute.


D. – La Custodia, di fatto, è un punto di pace, di accoglienza, in una realtà completamente sconquassata dal conflitto…



R. – I frati della Custodia sono lì, e lì rimangono, perché vogliono restare accanto alla gente affidata alla loro cura. Loro sanno che le persone che sono rimaste lì non possono andare altrove; giustamente, non le abbandonano e sono lì anche a rischio della loro stessa vita. E – direi – in questo sono qualcosa di più che dei semplici testimoni di pace: sono veramente anche dei testimoni di carità eroica, in questo caso. E aggiungerei un invito a tutti per una preghiera profonda ed insistente. Ecco, mi sentirei di riprendere l’invito del Santo Padre a pregare e a digiunare per la Siria, per coloro che vivono lì e si trovano innocenti in mezzo al conflitto.

Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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