Res Publica et Societas

Ad Amatrice via le tendopoli. Vescovo Rieti: ricostruire anche economia

La terra torna a tremare nelle aree colpite dal terremoto del 24 agosto scorso. Due le scosse, rispettivamente di magnitudo 3.0 e 2.1, registrate nella notte senza causare nuovi danni tra Arquata del Tronto, Amatrice e Accumoli. Intanto, ad Amatrice giunge la notizia dello smantellamento delle tendopoli.

Al loro posto sorgeranno dei moduli abitativi. Dopo 52 giorni è così finita la fase dell’emergenza dopo il sisma. Ascoltiamo il vescovo di Rieti Domenico Pompili al microfono di Sergio Centofanti per Radio Vaticana:

R. – È il segno che il cronoprogramma che prevedeva la preparazione delle case prefabbricate entro cinque, sei mesi, è partito o quanto meno che si sono create le condizioni perché si possa in questo momento iniziare a lavorare per questi moduli provvisori che costituiranno le abitazioni per i prossimi anni in attesa della ricostruzione definitiva. Tra l’altro, il clima a mille metri inizia ad essere piuttosto rigido e imponeva il passaggio dalle tende a qualche altro tipo di soluzione.


D. – Come vivono oggi i terremotati?
R. – Sono distribuiti in diverse località sia a San Benedetto del Tronto che a Rieti, che a Roma. Naturalmente alcuni sono rimasti perché hanno delle attività economiche di tipo agricolo e di altro genere; quindi avevano la necessità di rimanere in loco nei camper o in alcune abitazioni messe a disposizione dopo aver superato il test di agibilità.
D. – Si crede nell’azione del governo?
R. – L’atteggiamento prevalente è quello di chi fa credito alle dichiarazioni e anche al decreto molto impegnativo che è stato reso ufficiale. Perciò da parte di tutti c’è il desiderio che a queste parole così importanti seguano i fatti.
D. – Quali sono le sue speranze come vescovo?

R. – L’augurio è che ciò che è stato positivamente registrato nella fase dell’emergenza, cioè una concertazione molto efficace sul piano operativo tra tutte le forze dell’ordine, le varie istituzioni pubbliche insieme anche ai privati, ai cittadini, a varie realtà di volontariato, possa continuare in maniera analoga anche in questa fase dove si entra veramente nel vivo di questa realizzazione di villaggi provvisori e che nel frattempo però l’economia possa in qualche modo riprendere il proprio cammino, perché se ci si limita solamente a ricostruire le case ma non si creano le condizioni perché le persone possano rimanere, è evidente che la possibilità di vedere questi territori nuovamente abitati sfuma. Quindi mi auguro che la velocità di questi processi possa far sì che si arrivi in tempi ragionevoli a questa prima fase all’interno dei moduli prefabbricati e poi successivamente alla ripresa del tessuto sociale ed economico. La gente ha sicuramente questo desiderio perché è legata tenacemente al proprio ambiente.




D. – Si continua a sentire la solidarietà nazionale?
R. – Si continua ancora a sentire un’attenzione particolare dal mondo delle istituzioni di volontariato. Anche dal mondo ecclesiale ancora oggi ricevo quotidianamente segnalazione da parte di parrocchie, di Caritas diocesane e regionali che intendono mettersi a disposizione. Questo è sicuramente qualcosa di molto promettente. L’augurio anche qui è che l’attenzione non scemi e proprio perché c’è questo sguardo così attento anche coloro che sono chiamati all’azione si sentano stimolati a farle bene e presto.



Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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