A Papa Francesco non interessa il cristianesimo, a Papa Francesco interessano i cristiani; a Papa Francesco non interessa la riforma della Curia, a Papa Francesco interessa che vescovi, cardinali e monsignori si riformino. Per questo sono iniziati sei giorni di esercizi spirituali ad Ariccia. Sono giorni in cui vivono assieme quelli che in genere lavorano assieme. Lo fanno tutte le grandi aziende, gli studi d’avvocato, le banche. Gli esercizi spirituali della Curia non se li è inventati Bergoglio ma prima di lui si facevano in vaticano tra una telefonata e l’altra, tra una riunione e l’altra. Un paio di conferenze, un po’ di preghiere e via. Adesso il Papa carica tutti sul pullman e alla fine li riporta indietro. Finché non hai finito, stai con lui in silenzio a pregare.
Sì perché il capo con cui bisogna allinearsi e ridefinire gli obiettivi aziendali, quello con cui parlare per capire la resilienza e le soft skills sarebbe lui, proprio il Capo. Quello che secondo la fede cattolica è tra noi in carne ed ossa. Se si vuole capire qualcosa del pontificato di questo Papa, bisogna partire dagli Esercizi spirituali fatti così: bisogna partire dal fatto che lui è un mistico.
Scalfari nella famosa prima intervista chiese a Francesco se avesse una vocazione mistica, lui di rimando chiese cosa sembrasse al fondatore di Repubblica, e si sentì dire di no. Bergoglio ci rimase male e aggiunse “io adoro i mistici”.
I mistici non c’entrano nulla con le immaginette. “Faccia da immaginetta” è uno dei sarcasmi con cui Papa Francesco predilige sferzare i cristiani incoerenti. Francesco crede che conoscersi ed ascoltarsi faccia crescere la conoscenza del mondo. Secondo lui non sarà solo un periodo di aggiornamento ma riguarda quella cosa lì, che facciamo al lavoro per aprirci al mondo ma che in azienda non la possiamo fare se prima non la facciamo su noi stessi.
Sarebbe non solo una materia di studio per preti o un master di spiritualità ma il modo in cui lascio che Dio mi guardi e mi ascolti e viceversa. C’è una cosa però da sapere quando si inizia a parlare e a stare con Dio, ed è che “Dio fa”: Dio crea sempre. Anche quando riposa. Perché il suo respiro stesso è creatore.
Un periodo di ritiro spirituale, è entrare nel settimo giorno della creazione, quello del riposo e della contemplazione. È scoprire cosa c’è da scoprire ancora. Un nuovo bisogno, una nuova idea, una nuova parte di mondo che forse era già in me ma era seduta o addormentata. Domande, risposte, vuoti, silenzi, spazi, attese, nostalgie. Nudità. Ecco cosa dovrebbe essere la vita per Francesco. Stare nudi.
Senza titoli, senza onori, senza medaglie e divise. Solo con il proprio nome. Solo con i propri bisogni e desideri.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da L’Huffingtonpost