Suo fratello, Vittorio, fu ucciso dalle Brigate rosse nel 1980.
ADDIO – Si è spento all’età di 98 anni il gesuita Paolo Bachelet, aveva 98 anni. È deceduto la notte prima della festa di tutti i santi, ma la notizia è stata diffusa a funerali già celebrati nella chiesa romana del Gesù. Il cognome che questo religioso portava rimandava a quello del suo fratello più noto, Vittorio, leader dell’Azione cattolica, esponente della Dc e vicepresidente del Csm ucciso dalle Brigate rosse nel 1980. Anche un altro suo fratello – erano in nove – Adolfo, scomparso nel 1995, era stato gesuita.
Padre Paolo, nato a Roma il 29 marzo 1922, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1941 ad Ariccia, fu ordinato sacerdote nel 1951 e pronunciò gli ultimi voti nel 1958. Negli anni della formazione teologica, alla Gregoriana, conobbe la spiritualità del Movimento dei Focolari, che fece propria. Lavorò molto nelle scuole dei gesuiti, prima come insegnante, poi come preside a Frascati, Livorno, Bologna, Anagni. Fu padre spirituale e confessore nel Seminario di Segni. Nel 1987 venne inviato presso la cappella universitaria dell’Università La Sapienza di Roma dove restò fino al 2001.
Scrive a riguardo il suo confratello padre Armando Ceccarelli: «In quegli anni era molto amato sia dagli studenti che dai docenti universitari, che si rivolgevano a lui per consiglio e guida spirituale. Per carattere e per esperienza, oltre che per una buona capacità intellettuale e di studio, sapeva sempre costruire rapporti di unità e di dialogo. Aveva un buon tratto con tutti, grande discrezione e rispetto delle persone. Colpiva tutti per la sua capacità di ascolto. Negli anni della Cappella de La Sapienza di Roma, a bussare alla sua porta non erano solo quelli della città universitaria, ma anche molte persone conosciute negli anni precedenti. Molti ex seminaristi di Anagni, diventati parroci e anche vescovi, continuavano a farsi guidare spiritualmente da lui».
Padre Bachelet ebbe sempre molta attenzione alle famiglie e alle loro problematiche. Negli anni ’90 assieme ad alcuni focolarini e altre persone interessate al problema diede vita all’associazione Famiglie Separate Cristiane. «Stando nell’infermeria – scrive sempre padre Ceccarelli – si è mantenuto sempre al corrente sia della vita delle realtà della Chiesa romana e dell’associazione Fsc. Negli ultimi tempi mostrava una crescente debilitazione generale, ma conservava una buona lucidità tanto da mostrare sempre molta gratitudine a chi gli faceva visita». (Fonte avvenire.it)
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