Quella figura alta, sottile, quel volto affilato come un quadro di El Greco (così lo aveva definito un vaticanista italiano) era parte del panorama di Lourdes. Monsignor Franco Degrandi, per tutti don Franco, presidente nazionale emerito di Oftal (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) è scomparso ieri, martedì 26 settembre 2017, a 86 anni.
La sua è stata una vita interamente vissuta per e nei pellegrinaggi: ben 805 di cui 593 a Lourdes, 27 a Banneux, 22 a Fatima, 29 a Loreto, 58 a Oropa, 40 in Terra Santa e 8 a Roma in occasione delle udienze concesse dai diversi Pontefici. L’ultimo pellegrinaggio che lo ha visto a Lourdes è stato quello organizzato dalla sezione di Vercelli di Oftal. Don Franco ha guidato l’Associazione fondata da monsignor Alessandro Rastelli per un lunghissimo periodo (1983- 2007) ed è stato eletto per diversi mandati alla guida del Segretariato Pellegrinaggi Italiani (S.P.I.).
Uomo del silenzio, della preghiera intensa alla Grotta. Nel corso delle Messe a Massabielle tutti ricordano le sue parole di accompagnamento alla liturgia, come indimenticabili sono quelle pronunciate in occasione delle funzioni per l’accoglienza del personale al primo e secondo viaggio. Egli aveva una parola per tutti; ricordava i nomi dei tanti, tantissimi malati che anno con anno tornavano a Lourdes provenienti dalle diverse sezioni dove Oftal è presente. Pur essendo presidente nazionale dell’associazione voleva essere in prima linea nell’allestimento dei treni andando alla stazione di Lourdes ad agganciare i fili che collegavano i vari amplificatori lungo i treni. Come non mancava mai nel furgone del treno per controllare la preparazione della cena per i malati.
La sua voce piana, il suo vocabolario, il suo stile sabaudo era immediatamente riconosciuto da tutti. Amava ricordare il suo servizio alle piscine con un particolare che voleva essere un amorevole insegnamento per tutti: egli infatti portava sempre con sé un pettine. Non per vezzo ma perché – come gli aveva insegnato sua mamma – è bene che i malati siano sempre in ordine. E pettinati. Anche all’uscita dal bagno alle piscine. A lui la Chiesa deve tanto anche sul terreno delle vocazioni. Schivo per natura non ha mai voluto i riflettori addosso. La sua vita è stato un autentico pellegrinaggio, la sua preghiera, i suoi ricordi erano tutti per le persone che aveva incontrato. La sua vita era per i malati perché potessero vivere al meglio l’esperienza del pellegrinaggio a Lourdes pur a fronte delle difficoltà dettate dai mezzi di trasporto.
Le sue ultime parole in vita sono state: «Questi sono giorni preziosi di sofferenza per i pellegrinaggi». Parole che racchiudono al meglio la vita di un uomo che tanti considerano un esempio di santità. Perché come ricordava dire il fondatore di Oftal, monsignor Rastelli: «La santità è tutto». Don Franco Degrandi è stato un esempio perfetto di questa imitazione di Cristo attraverso Maria. Il suo occhio amorevole si è posto sempre nei confronti dei giovani; per loro aveva parole di tenerezza e di vicinanza. Sempre. Li amava come figli. Sapeva che il momento del pellegrinaggio poteva essere prezioso per la loro vita. Anche solo quel viaggio che in ogni caso sarebbe rimasto un ricordo indelebile.
Quella Grotta – che lo vedeva alla sera recitare il Vespero appoggiato al muretto lungo il Gave – era la sua casa. Lo era anche dopo aver lasciato la presidenza Oftal a monsignor Paolo Angelino e il suo servizio era ora in Cattedrale a Vercelli come penitenziere. Una vita passata in confessionale. Come il Curato d’Ars. Perché se non era in movimento per accompagnare pellegrinaggi era di base nella sua parrocchia nel vercellese a confessare. Ore e ore, mattina e sera. Ininterrottamente.
Un esempio di vita cristiana che per tanti resterà indelebile. L’ultimo saluto è previsto per domani, giovedì 28 settembre, alle 15, presso la Cattedrale di Vercelli. Lourdes perde una figura che ha dato un enorme contributo alla crescita della conoscenza e diffusione del suo messaggio in Italia.
Fonte lastampa.it/Edoardo Caprino
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