Che cosa è “BetonMath”?
“Si tratta di un percorso formativo ideato all’interno dei laboratori di modellistica e calcolo scientifico insieme al settore della formazione e didattica. Abbiamo pensato che per contrastare l’insorgere delle cosiddette ‘ludopatie occorresse aumentare le conoscenze matematiche che regolano i giochi. Le prime sperimentazioni hanno riguardato una ventina di insegnanti delle scuole superiori del nord Italia con circa 400 studenti coinvolti. Dal prossimo autunno allargheremo la platea dei docenti a una ottantina, anche del centro Italia, con circa 2mila studenti”.
Quale sarà il traguardo finale di questo percorso?
Il vostro è un impegno etico?
“Ha dei risvolti etici, ma anzitutto e soprattutto è un impegno matematico. Vogliamo dimostrare che è inutile, costoso e controproducente affidarsi al gioco per cambiare la propria vita. Perché il risultato vincente è pressoché impossibile da conseguire”.
Eppure qualcuno di tanto in tanto vince grosse cifre al SuperEnalotto, non è vero?
“Certo, ma noi non siamo contrari per principio ideologico. Semplicemente illustriamo, anche con immagini, la pratica impossibilità di vincere, se non eccezionalmente. Ad esempio, proprio col SuperEnalotto dove si registra 1 probabilità su 622 milioni di centrare la sestina vincente, l’immagine che usiamo è questa: prendiamo 622 milioni di palline da tennis gialle e una rossa (quella vincente). Queste palline tutte insieme riempiono uno spazio come lo stadio Maracanà. Allora diciamo allo studente di ‘tuffarsi’ bendato nello stadio così pieno di palline, prendendone una a caso. Se indovina la rossa, ha centrato questa probabilità ‘impossibile. Per lo più, si perde”.
Altri esempi figurati del genere?
“Le slot machines sono studiate per restituire il 76% delle scommesse ai giocatori sotto forma di vincite. Quindi diciamo allo studente: ti metti alla macchinetta e punti ogni giorno 100 euro con sistematicità per un mese. Nella migliore delle ipotesi, anche questa impossibile ad un solo giocatore, riesci a vincere 76 euro al giorno, quindi hai la certezza matematica di perdere ogni giorno 24 euro”.
E il Gratta&Vinci?
“È lo stesso discorso: ad esempio quello che offre 500mila euro come vincita massima ha 1 probabilità di centrare la combinazione ogni 60 milioni di schedine. Abbiamo ideato un percorso da Milano a Monopoli, circa 900 km a piedi camminando su 60 milioni di schedine messe una in fila all’altra: se il nostro giocatore fosse bendato come farebbe nei 900 km a trovare l’unica schedina vincente?”.
Ma potranno mai esistere giochi “equi”, cioè che non puniscono i giocatori?
“Teoricamente sì, a condizione che giocando 100 restituiscano ai giocatori 100. Ma chi organizza i giochi vuole guadagnarci. E quindi l’equità scompare”.
Cosa vi augurate per il vostro “BetonMath”?
“Che molti insegnanti si iscrivano, da ogni parte d’Italia. Potranno così contribuire a elaborare i nostri modelli didattici e diffondere la conoscenza matematica, che sola può sconfiggere l’illusione della vittoria. Il vero ‘azzardo’ è giocare d’azzardo”.
Di Luigi Crimella per Agensir
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