Un grave caso di violenza scuote la comunità cristiana del Punjab pakistano: secondo informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, Sharon Masih, adolescente cristiano che frequentava la scuola superiore pubblica a Burewala (nei pressi di Multan), nel Sud del Punjab, è stato ucciso dai suoi compagni di classe musulmani che lo hanno malmenato fino alla morte il 30 agosto scorso nei locali della stessa scuola.
Come conferma a Fides l’avvocato cristiano Mushtaq Gill, che sta seguendo il caso, Sharon Masih, 15enne cristiano residente del villaggio Chak-461, è stato fermato e sequestrato dai compagni che, con atti di bullismo, hanno iniziato a compiere violenze sempre più pesanti, fino a colpirlo con pugni e calci.
Il ragazzo è crollato a terra esanime. Trasportato all’ospedale di Burewala, ne è stato accertato il decesso.
La polizia ha registrato un caso di omicidio ai danni di Ahmed Raza e di altri studenti musulmani, consegnando il corpo ai parenti del ragazzo, affranti. Secondo le prime indagini della polizia, sembra che il ragazzo fosse vittima di bullismo, di molestie e insulti anche a causa della sua fede cristiana e che i compagni avessero tentato di far convertire Sharon all’islam. Il ragazzo ha resistito anche nell’ultimo episodio di violenza, rivelatosi fatale. Date le minacce e le violenze già subite, Sharon aveva manifestato l’intenzione di cambiare scuola.
L’episodio mette in luce la discriminazione e la violenza ai danni delle minoranze religiose non musulmane, come indù e cristiani, diffusa nella società pakistana. “La violenza inizia tra i banchi di scuola perché i libri di testo usati fin dalle scuole primarie e instillano negli allievi odio e intolleranza verso i non musulmani”, spiega all’Agenzia Fides Anjum James Paul, professore cristiano pakistano e presidente della “Pakistan Minorities Teachers’ Association” (PMTA). Il presidente conferma che “da un lato i libri di testo adottati nelle scuole pubbliche promuovono l’islam, i musulmani, la cultura e la civiltà islamica; dall’altro non esitano a promuovere disprezzo e odio contro le religioni non islamiche, i non musulmani, le culture e le civiltà non islamiche. Questo ha evidenti conseguenza dannose sulle menti dei bambini e dei ragazzi, incita alla violenza e nuoce alla pacifica convivenza”.
Anjum James Paul prosegue: “Dopo le segnalazioni inviate al governo da molte organizzazioni come la PMTA, vi sono stati alcuni cambiamenti positivi nei libri di testo, ma bisogna fare ancora molta strada per rendere il Pakistan uno stato moderato, dove vige il rispetto dei diritti umani, della dignità umana, della diversità, della convivenza pacifica, delle minoranze religiose. Lo stato dovrebbe agire per rendere le scuole pubbliche luoghi dove si costruisce la pacifica convivenza sociale e religiosa. In Pakistan le minoranze religiose come i cristiani sono ancora vittime dell’estremismo e della violazione dei diritti umani”. (PA)
Fonte Agenzia Fides
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