Quei due bimbi appena nati saranno per sempre “I gemelli del Pertini”, dal nome dell’ospedale romano in cui è avvenuto lo scambio di provette che li ha sottratti ai genitori biologici. Non conosciamo i nomi che la coppia “gestante” ha dato loro. E forse non li conosceremo mai, a meno che i loro attuali genitori non decidano di rivelarli a favore di telecamere. Non depone bene, infatti, che con una strategia mediatica accurata, la notizia del parto cesareo anticipato sia stata data “ufficialmente” attraverso il quotidiano “La Stampa”.
A noi verrebbe spontaneo invocare il riserbo e il silenzio per garantire la crescita di questi due bambini, la cui vita dev’essere accolta con gioia e partecipazione, al di là delle modalità che pure fanno sorgere mille interrogativi anche di natura etica. Purtroppo sappiamo che il silenzio non ci sarà, anche perché è facile prevedere l’inizio di una lunga, estenuante battaglia legale, combattuta sulla pelle di quei due bambini. Per carità, non invocate la giustizia di Re Salomone. All’alba del nuovo millennio siamo tutti assediati dalle domande di senso sugli impatti delle nuove tecnologie sulla vita biologica.
Dobbiamo farci umili dinanzi a queste domande, ma dobbiamo farlo tutti. E non arrenderci al determinismo scientifico e/o sanitario. Vale per i senatori a vita della Repubblica, per gli scienziati come per i ministri: voi pensate davvero che il semplice approccio scientifico e sanitario sia sufficiente a governare gli eventi legati alla nascita non naturale? Possiamo sommessamente dirvi che la vostra è una drammatica illusione? Signori del potere (scientifico e politico) ricordatevi che l’etica (compresa la bioetica) è uno strumento che il popolo utilizza per difendere se stesso e il proprio destino.
In ogni caso, auguri di cuore ai “Gemelli del Pertini”! Benvenuti in questo mondo di matti…
A cura di Redazione Papaboys. Fonte: Agensir