Al Senato il movimento #Maipiù chiede risposte immediate per gli alluvionati

Nuova allerta maltempo con diffuse perturbazioni previste, nei prossimi giorni, in quasi tutta Italia. Intanto al Senato il neonato Coordinamento nazionale “Maipiù”, promosso da vari Comitati di alluvionati, presenta una serie di proposte per sollecitare adeguate politiche di gestione e di tutela dei territori a rischio. Ma quale è lo scopo di questo nuovo Movimento? Amedeo Lomonaco,  per la Radio Vaticana,  lo ha chiesto ad uno dei portavoce di “Maipiù”

, Nicola Luberto:

R. – Cercare di far smettere il pietismo, durante e subito dopo queste tragedie che si ripetono in modo continuo. Negli ultimi 50 anni – abbiamo fatto un calcolo – ci sono stati circa 4 mila morti e 70 miliardi di danni accertati. Oggi noi, attraverso una Forza, dove siamo riusciti a mettere insieme più di 40 Comitati di tutta Italia, abbiamo dato il via ad un Coordinamento nazionale. La voce, infatti, deve essere unica, senza differenze fra chi parla lombardo o siciliano: l’acqua non guarda in faccia a nessuno.

D. – Quali sono soluzioni importanti che accomunano queste voci di tutta Italia?


R. – Noi vogliamo la certezza e finalmente bisogna dire attraverso una legge nazionale: basta consumo di suolo, basta devastazione del territorio. Diciamo poi un’altra cosa importante e cioè che nel momento in cui si mette un euro per la messa in sicurezza del territorio, automaticamente si deve mettere un euro per il risarcimento dei cittadini. In televisione, sui media, si parla di milioni di euro per gli alluvionati. In realtà gli alluvionati prendono quasi zero. Ci deve essere una legislazione chiara. Posso fare l’esempio della Toscana, con tre eventi alluvionali e tre modi di intervenire diversi: c’è chi ha ricevuto soldi, chi è stato messo in sicurezza e chi no. Queste cose devono finire. Altra cosa importante: noi vogliamo una riforma della Protezione Civile. Deve essere non più verticistica, ma partecipata. Ci sono, infatti, degli strumenti per poter mitigare i danni. I cittadini, se vengono informati a livello capillare, si possono autodifendere.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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