È finita in ospedale dopo essere stata aggredita da una compagna di classe e ogni giorno diventa sempre più difficile per lei trovare la voglia di andare a scuola.
è una storia di bullismo ma anche di fragilità e richiesta di aiuto. Dietro questo nome di fantasia, c’è una 17enne che frequenta l’Istituto Superiore «Luca Pacioli» di Sant’Anastasia e che è stata vittima di un’aggressione consumata sia tra le mura scolastiche che appena fuori l’ingresso del plesso, come hanno denunciato i suoi familiari. «Nostra figlia è stata presa di mira da una compagna che la insulta, la minaccia e la colpisce anche fisicamente – spiega il padre della ragazza – abbiamo deciso di raccontare in qualche modo cosa sta accadendo perché temiamo per la salute psicologica di Alessia e pretendiamo più collaborazione da parte del personale scolastico».
L’episodio che ha fatto allarmare i genitori della minore è avvenuto il 27 settembre, quando c’è stata la vera e propria aggressione per cui Alessia è stata medicata al pronto soccorso dell’Ospedale del Mare. Anche il giorno prima i familiari della ragazza riferiscono di un episodio simile in classe, ma senza conseguenze fisiche in seguito all’intervento di alcuni docenti. Tutto è scritto nero su bianco nella denuncia depositata dal padre di Alessia alla polizia e trasmessa anche agli uffici del Provveditorato scolastico della Campania.
Più di venti pagine di documentazione che comprendono i referti medici della frattura di una porzione di dito della mano sinistra, del forte stato di agitazione psico motoria di Alessia e delle numerose ecchimosi con graffi in varie parti del corpo a seguito dell’aggressione subìta. Non solo. Negli incartamenti depositati dai familiari della minorenne, dove viene specificato come «la situazione stia creando una serie di gravi disagi», viene messo anche in evidenza lo stato particolarmente delicato della salute della ragazza che soffre di una forma grave di melanoma per cui è stata sottoposta e potrebbe ancora necessitare di cure e terapie invasive. «In virtù della sua malattia, Alessia è stata oggetto di scherno e ha necessitato in passato del supporto psicologico richiesto all’Asl», si legge nelle carte che riportano anche alcune offese verbali subite dalla giovane a cui sarebbe stato persino detto «devi morire».
LA DENUNCIA
Se da una parte la denuncia rappresenta un’accusa nei confronti di una situazione che i genitori ritengono altamente a rischio per la propria figlia, è vero anche che in questo modo la famiglia avanza una richiesta di aiuto. «Abbiamo cercato di colloquiare con il personale scolastico e dirigenziale per cercare soluzioni che potessero porre fine a questi atteggiamenti – si legge ancora nei documenti – ma senza risultati». Secondo quanto esposto dai familiari di Alessia all’Istituto Pacioli non ci sono state iniziative e provvedimenti sufficienti a bloccare questa deriva di bullismo e le preoccupazioni della mamma e del papà della minore non si sono placate. «È stato convocato un consiglio straordinario lunedì – spiega il padre – ma non si è risolto assolutamente nulla e nostra figlia non vuole andare più a scuola».
ANGOSCIA IN FAMIGLIA
A distanza di un mese dall’inizio dell’anno scolastico, le angosce dei familiari di Alessia si sono moltiplicate e la decisione di raccontare la loro storia nasce proprio dal dolore. «Si sentono tante storie di ragazzi che rimangono vittima dei bulli e soprattutto dell’assenza di piccole azioni che avrebbero potuto evitare il peggio – dichiara il 46enne,padre della giovane – noi chiediamo solo aiuto e collaborazione alla scuola». Alessia lotta contro la sua patologia e proprio tra i compagni vorrebbe trovare i suoi più grandi alleati per continuare a sperare senza arrendersi mai.
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