Già alla sua tenera età, Alessio è Regista della rappresentazione teatrale dedicata a San Francesco, in cui lui ne interpreta le veci.
La rappresentazione teatrale verrà riproposta altre 4 volte, all’inizio del 2015.
Com’è nata in te, l’idea d’interpretare San Francesco D’Assisi?
E’ stata un iniziativa del Parco dei Monti Lucretili che ci ha richiesto questo genere di spettacolo, in occasione dell’abbellimento della via Francigena dell’anno scorso. Lo spettacolo ha avuto molto successo ed è stato richiesto più volte, e avendolo scritto io stesso, ho avuto il desiderio di interpretare il personaggio principale che è San Francesco, al quale mi ispiro tutti i giorni , anche se non sono come lui cerco di fare del mio meglio.
Tutto questo lavoro parte con la nascita dell’associazione Bamby, nata nel novembre 2005. Di cosa si occupa?
L’associazione Bamby, è un organizzazione di genitori e nasce con i genitori che vogliono offrire qualcosa di straordinario per i propri figli, e da qualche anno l’associazione è sfociata anche in un gruppo di animazione che ha molto successo nella sabina romana e porta molta gioia nel cuore di molti bambini. Tra gli animatori, ci sono anche io, siamo tutti molto giovani e abbiamo successo anche per questo.
Come ti sei preparato a questo ruolo importante?
Innanzitutto mi sono preparato nell’interpretare questo Santo, con la consapevolezza che devo imitarlo ordinariamente, credo che sia il modo migliore.
Inoltre l’importante è divertirsi, e fare il tutto con gioia ed entusiasmo.
Come hanno reagito i tuoi coetanei coinvolti nella rappresentazione teatrale?
Alcuni di loro, non sono credenti come me, per cui la loro reazione iniziale è stata di stupore. Infatti molti di loro, nutrono la passione per il teatro e si sono avvicinati a questo mondo meraviglioso. Allo stesso tempo, la passione e la dedizione al teatro, li ha avvicinati al tema della fede e alla figura di questo Santo.
Tra le scene che hai interpretato, ce n’è qualcuna che ti ha emozionato di più?
Una delle scene che mi emoziona di più interpretare, è quella in cui San Francesco D’Assisi riceve le stimmate, addirittura mi sono ritrovato a piangere dall’emozione perché è molto suggestiva sia per me che la interpreto, ma anche per il pubblico. In quel momento c’è una sorta di sfogo, di urlo che San Francesco innalza al cielo.
Ricordo che in quella scena, molte persone del pubblico spesso piangono dall’emozione.
Quanto incide la fede nella vita di un diciassettenne?
La fede per un credente è la cosa principale ed influisce moltissimo, in particolar modo nella mia vita e cerco di rafforzarla, osservando il comportamento degli altri, che magari non sono credenti come me.
Che messaggio volete trasmettere al pubblico attraverso questa rappresentazione teatrale su San Francesco?
Il messaggio che vogliamo trasmettere è di non perdere mai la speranza, di credere sempre nel bene e in questo particolare periodo, la gente non è molto ottimista per cui è bene trasmettere sempre l’umiltà e la speranza.
Mi sento di ringraziare tanto Papa Francesco e spero che in un modo nell’altro, i miei ringraziamenti possano giungergli.
Rita Sberna
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