Papa Francesco al termine della Messa nella Chiesa dell’Immacolata a Baku ha presieduto l’Angelus. Prima della preghiera mariana ha pronunciato queste parole:
“Cari fratelli e sorelle, in questa Celebrazione eucaristica ho reso grazie a Dio con voi, ma anche per voi: qui la fede, dopo gli anni della persecuzione, ha compiuto meraviglie.
Vorrei ricordare tanti cristiani coraggiosi, che hanno avuto fiducia nel Signore e sono stati fedeli nelle avversità. Come fece san Giovanni Paolo II, a voi tutti rivolgo le parole dell’Apostolo Pietro: «onore a voi che credete!» (1 Pt 2,7; Omelia, Baku, 23 maggio 2002: Insegnamenti XXV,1 [2002], 852). Il nostro pensiero va ora alla Vergine Maria, venerata in questo Paese non solo dai cristiani. A Lei ci rivolgiamo con le parole con le quali l’Angelo Gabriele Le recò il lieto annuncio della salvezza, preparata da Dio per l’umanità. Nella luce che risplende dal volto materno di Maria, rivolgo un cordiale saluto a voi, cari fedeli dell’Azerbaigian, incoraggiando ciascuno a testimoniare con gioia la fede, la speranza e la carità, uniti fra di voi e con i vostri Pastori. Saluto e ringrazio in modo particolare la famiglia salesiana, che si prende tanto cura di voi e promuove diverse opere di bene, e le Suore Missionarie della Carità: proseguite con entusiasmo la vostra opera al servizio di tutti! Affidiamo questi voti all’intercessione della Santissima Madre di Dio e invochiamo la sua protezione per le vostre famiglie, per i malati e gli anziani, per quanti soffrono nel corpo e nello spirito”.
Dopo l’Angelus il Papa ha parlato a braccio. Di seguito pubblichiamo una nostra trascrizione delle sue parole:
“Qualcuno può pensare che il Papa perde tanto tempo: fare tanti chilometri di viaggio per visitare una piccola comunità di 700 persone, in un Paese di 2 milioni… Eppure una comunità non uniforme, perché fra voi si parla l’azero, l’italiano, l’inglese, lo spagnolo, tante lingue… E’ una comunità di periferia. Ma il Papa, in questo, imita lo Spirito Santo: anche Lui è sceso dal cielo in una piccola comunità di periferia chiusa nel Cenacolo. E quella comunità, con timore, si sentiva povera e perseguitata forse o lasciata da parte: gli dà il coraggio, la forza, la parresìa per andare avanti e proclamare il nome di Gesù.
E le porte di quella comunità di Gerusalemme, che erano chiuse per la paura o la vergogna, si spalancano e esce la forza dello Spirito. Il Papa ‘perde il tempo’ come lo ha perso lo Spirito Santo in quel tempo. Soltanto due cose sono necessarie: in quella comunità c’era la Madre. Non dimenticare la Madre! In quella comunità c’era la carità, l’amore fraterno che lo Spirito Santo ha riversato in loro. Coraggio! Avanti! Go ahead! Senza paura, avanti!”.
di Redazione Papaboys (fonte: Radio Vaticana)