R. – Al tempo di Celestino V, le indulgenze plenarie venivano concesse attraverso la scelta di atti penitenziali molto impegnativi e, in modo particolare, veniva concessa a coloro che intraprendevano il grande pellegrinaggio in Terra Santa, che spesso comportava il rischio della vita e quindi a chi metteva in gioco la propria esistenza in un cammino serio e anche difficile. Adesso Celestino vuole che a L’Aquila, a ricordo dell’inizio del suo ministero pontificale, la misericordia di Dio fruisca in maniera sovrabbondante e il perdono, la riconciliazione, la vita evangelica penitente e semplice venga con grande forza sottolineate come sorgenti di rinnovamento per la vita cristiana.
D. – È possibile rintracciare nell’indulgenza celestiniana oltre, ovviamente, al suo valore spirituale anche un significato sociale, quasi politico per la città dell’Aquila del suo tempo?
R. – Certamente. C’è questa attenzione alla città in ogni sua articolazione. Probabilmente, la città dell’Aquila, al tempo di Celestino, aveva bisogno anche di pacificare i componenti del tessuto sociale che l’animavano. In questa riconciliazione delle varie componenti, c’è ovviamente un invito anche alla riconciliazione sociale, a un’attenzione agli ultimi, ai poveri, a coloro che fanno più fatica, ma anche fra le classi che avevano il potere, che spesso genera spirito di rivalità e di contesa. Si trattava di creare quell’ambiente di serenità e di pace che Celestino V intendeva poi riproporre in larga scala – anche attraverso i pochi mesi del suo Pontificato – a tutta la Chiesa e alla società del suo tempo.
D. – Il programma della Perdonanza celestiniana è molto ricco ed articolato. Ovviamente, i momenti culminanti sono il 28 e il 29 agosto. Dunque, grande visibilità per la città dell’Aquila in questi giorni…
R. – La Perdonanza è un’occasione importante per conoscere e vivere la città dell’Aquila. La città vive un intenso momento di vita culturale, spirituale, di animazione sociale. E tutti possiamo immaginare quanto bisogno abbia L’Aquila di oggi di questo momento di respiro che ricostituisca in maniera pacificata il suo tessuto sociale, ma anche di un momento che continui a porre all’attenzione della collettività questa città che ha bisogno di rinascere come centro di cultura, di fede e di umanità. Fonte: Radio Vaticana
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