Sale l’allerta del Viminale. Massima attenzione, necessità di disinnescare sul nascere ogni situazione di possibile rischio, massima fermezza nei confronti dei violenti. Al Viminale sale l’allerta per le tensioni sociali che potrebbero esplodere nel paese dopo il nuovo Dpcm del governo che ha rintrodotto una serie di restrizioni.
Le manifestazioni dei giorni scorsi a Napoli, Roma e Torino, viene sottolineato, sono un campanello d’allarme anche se si è trattato di situazioni ben connotate: chi si è reso protagonista degli scontri con le forze di polizia, in sostanza, non aveva nulla a che vedere con le categorie che in qualche modo sono state più colpite dalla crisi di questi mesi ma con ambienti che avevano il preciso scopo di provocare disordini: ultras, estremisti di destra, centri sociali, soggetti che vivono di espedienti e piccoli reati utilizzati come manovalanza dalla criminalità organizzata. Ma la situazione ora potrebbe cambiare.
La rabbia e la frustrazione che monta nel paese e che oggi coinvolgono diverse categorie sociali e produttive potrebbero infatti diventare occasione perfette per chi ha interesse ad alimentare le tensioni. E, vista in quest’ottica, gli apparati di sicurezza non escludono che le manifestazioni annunciante per i prossimi giorni da chi è stato più colpito dai provvedimenti possano essere strumentalizziate e diventare l’occasione per provocatori e infiltrati di mettersi in mostra. Ecco perché, dicono ancora fonti qualificate degli apparati di sicurezza, “la questione dell’ordine pubblico è diventata molto sensibile e vanno disinnescate le situazioni più a rischio”. Già in questi giorni sono state messe in campo una serie di azioni preventive e in ogni caso, viene ribadito, “non saranno tollerati eccessi”. Ministero e Dipartimento della Pubblica Sicurezza, inoltre, sono in costante contatto con prefetti e rappresentanti locali delle forze di polizia proprio per rimodulare la strategia e mettere in campo ogni intervento per intercettare le possibili situazioni più a rischio prima che esplodano o si trasformino in veicolo per i più violenti. Sempre nell’ottica, viene ripetuto, della “massima fermezza”.Dopo le tensioni dei giorni scorsi a Napoli nella notte due bombe carta sono stata lanciate in via Etnea, davanti la sede della Prefettura di Catania, durante un protesta contro le chiusure disposte dall’ultimo Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) per contenere la diffusione del Covid-19. Le deflagrazioni non hanno causato alcun ferito, ma hanno fatto scattare uno scontro tra le varie anime dei manifestanti, poi rientrato. Nessun contatto tra loro e le forze dell’ordine. L’iniziativa era stata preannunciata da una campagna promossa da giorni sui social network da un anonimo e all’appuntamento si sono presentati in diverse centinaia di persone. Sul posto sono presenti polizia e carabinieri.
Protestano i tassisti a Torino. Oltre 180 taxi hanno occupato piazza Castello, davanti al palazzo che ospita la Regione Piemonte, per contestare le nuove misure anti-Covid adottate dal Governo nei confronti di bar e ristornati e il coprifuoco voluto dalla Regione a partire da questa sera. “Se in città tutto è chiuso chi prenderà i taxi?”, dicono i tassisti. “Ci servono aiuti e incentivi per coprire le perdite”, concludono.
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