Un’analisi dei discorsi dei capi di Stato e di governo del G-20 mostra che la Siria vince l’attenzione, con 38 menzioni, ma al primo posto vanno l’economia mondiale e le guerre in corso con 100 citazioni a testa. Xi Jinping non ha nominato nessun Paese e non ha parlato di terrorismo o di argomenti correlati. La minaccia nucleare di Pyongyang sembra interessare soltanto Seoul.
Lo stato dell’economia mondiale e la guerra. Sono questi gli argomenti che stanno più a cuore ai leader del cosiddetto “Primo mondo”, quanto meno se ci si basa sui discorsi da loro pronunciati durante l’ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite che si è svolta a New York. Discorsi dai quali è sparita del tutto la Corea del Nord e la sua minaccia nucleare, argomento che interessa soltanto Seoul.
Analizzando i discorsi dei capi di Stato e di governo del gruppo G-20, emerge infatti che la Siria è la nazione più citata con 38 menzioni; seguono l’Iran con 34 riferimenti e Cuba con 22, di cui 7 solo dal presidente americano Barack Obama. Pyongyang sembra essere sparita dalla lista delle priorità della comunità internazionale: è stata nominata in totale 13 volte, di cui 12 da parte della presidente sudcoreana Park Geun-hye.
L’analisi è stata condotta da Bloomberg, in collaborazione con la Logos Consulting Group. Il leader più “globale” è stato Obama, che ha parlato di 12 nazioni diverse per un totale di 69 volte; il premier giapponese Shinzo Abe è quello che ne ha citate di più, 19 in tutto, ma con un singolo riferimento ciascuna. La più concentrata sugli Stati Uniti è stata Cristina Kirchner dell’Argentina, che in 40 minuti ha nominato l’America 16 volte.
Il più auto-referenziale è stato invece il presidente cinese Xi Jinping, che non ha accennato a nessun altro Stato se non la Cina e non ha mai pronunciato alcuna parola relativa al terrorismo. I leader non hanno trovato l’accordo neanche sul nome da dare alla minaccia più pressante, quella dello Stato islamico. Il russo Putin lo ha chiamato così, nominandolo 8 volte, mentre Obama ha preferito il termine Isil (Islamic State of Iraq and the Levant), pronunciato per 3 volte. L’italiano Renzi ha usato invece Daesh, l’acronimo arabo del gruppo.
In ogni caso, la minaccia terroristica non è stato l’argomento più citato. Il primo posto va all’economia, quasi a pari merito con la guerra in generale, con 100 menzioni a testa. Subito dopo viene l’immigrazione (o la questione dei rifugiati) con 65 riferimenti. Il cambiamento climatico, che sarà al centro dell’incontro Onu di Parigi di novembre 2015, ha ottenuto circa 50 citazioni.
Redazione Papaboys (Fonte www.asianews.it)