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Amare alla leggera si può?

La missione di Geremia è talmente ardua che gli tocca anche soffrire per essa. Il Signore dopo averlo reso come un muro di bronzo, lo manda a combattere una vera e propria battaglia, Egli chiamandoci ad una missione dà la grazia necessaria ma non assicura un futuro di spensieratezza e quiete. Innanzitutto manda Geremia a profetizzare contro il falso culto del tempio, quindi contro i sacerdoti. “Come potere dire: « Noi siamo saggi, perché abbiamo la legge del Signore»?. A menzogna l’ha ridotta lo stile menzognero degli scribi!” (Geremia 8,8) Anche coloro che hanno il compito di parlare di Dio, di custodire la Sua Parola e di evangelizzare a volte falliscono o comunque smarriscono il senso della loro missione. Dio manda Geremia a profetizzare contro i sacerdoti che hanno ridotto la legge a menzogna, cioè si sono costruiti una legge a modo loro, si sono innalzati a padroni della legge di Dio. Il profeta ricorda che nessuno è padrone del Signore, né della Chiesa né dell’evangelizzazione. Ogni vocazione infatti viene da Dio e ogni attività nella Chiesa viene da Dio e si completa in Dio. Se ci impadroniamo della Sua Parola, se parliamo al suo posto di cose solamente nostre allora la Chiesa diventerà “un covo di ladri”.

“Ognuno prosegue la sua corsa senza voltarsi, come un cavallo lanciato nella battaglia” ( Ger 8,6). Ci farà bene meditare questa immagine nella quaresima che stiamo vivendo. Nella Chiesa ogni vocazione, ogni missione, ogni attività richiede sempre di essere vissuta nello spirito della comunione: nessuno lavora contro un altro e nessuno è autorizzato a correre più avanti trascurando chi è rimasto indietro. “Curano alla leggera la ferita della figlia del mio popolo, dicendo: “Pace, pace!”, ma pace non c’è” (Ger 8,11). Non posso amare fino ad un certo punto, non posso amare tiepidamente e non si può curare alla leggera perché non si può amare alla leggera. Un amore così non so fino a quanto può essere chiamato tale. di Roberto Oliva

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